I migliori Weißburgunder d’Europa sono dell’Alto Adige aka Südtirol
Venerdì 29 e sabato 30 agosto, Appiano sulla Strada del Vino si è trasformata nella capitale europea del Pinot Bianco in occasione di “Spatium Pinot Blanc 2014” riunendo i migliori Pinot Bianco provenienti da tutta Europa.
In degustazione oltre 120 etichette, naturalmente la pattuglia Alto Adige la più numerosa e rappresentativa.
Il Pinot Bianco ha acquisito un posto di primaria importanza nell’economia vitivinicola altoatesina, sia in termini di quantità prodotta che di considerazione e di prestigio, con una superficie vitata dedicata di oltre 500 ettari, entrando così a far parte delle varietà di punta dell’Alto Adige.
Presenti anche altri produttori italiani, trentini e friulani, un’agguerrita delegazione austriaca e tedesca per l’area vitivinicola più vasta d’Europa per il Pinot Bianco con circa 4500 ettari coltivati, e una minore proveniente da Francia, Svizzera e Lussemburgo.
Si dice che il Pinot Bianco, con il suo tipico carattere, permette anche ai meno esperti di riconoscerlo con facilità. Al naso il fruttato è deciso, soprattutto mela e pera e una nuance di agrumato, sebbene delicato e discreto. Al palato, soprattutto gli altoatesini, si contraddistinguono per un’acidità viva e fresca ma mai aggressiva che contribuisce in modo determinante all’armonia dei vini.
La mia opinione, rafforzata in e da questo evento, è che il Pinot Bianco sia un mondo a sé stante, con caratteristiche peculiari. In ogni etichetta ho ritrovato una personalità ben definita, differente dalle altre, non conformista, non omologata. Posso affermarlo anche alla luce di una presenza di numerosi terroir, di vini vendemmiati tra i 300 e i 1000 metri s.l.m., qualcuno anche tardivamente, maturati in barrique, in botti grandi o in acciaio, alcuni sulle fecce fini, annate giovani e meno giovani, qualche campione di botte.
A dispetto di tutte queste differenze il livello qualitativo dei vini proposti era eccellente, probabilmente il meglio che si potesse avere.
A differenza di altre liste suggerite, in questa è presente una mia personalissima classifica dei sette vini superiore agli altri, in ordine crescente di qualità:
Tiefenbrunner con Anna 2013
Erste+Neue con il Prunar 2013
Castelfeder con il Tecum 2012
Kellerei Tramin – Cantina Produttori Termeno con il Moriz 2010
Alois Lageder con Haberle 2013, una prova di botte non ancora in commercio che ha davanti a se un futuro lucente. Per me è sempre un piacere nonché un onore degustare i vini di Lageder, personaggio eclettico, probabilmente uno degli artefici del successo dei vini altoatesini ponendone le basi negli anni 70.
Con la presidenza di 10 anni del Museion, museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, ci accomuna la passione, oltre che del vino, anche per l’arte moderna e contemporanea.
Grande e curiosa è la sua abitudine di invitare regolarmente artisti nella propria tenuta per mostrare loro i vigneti, la cantina e raccontar del suo approccio olistico con l’auspicio che all’interno delle loro “botteghe” diano vita a opere d’arte o installazioni da mostrare a curiosi e appassionati visitatori.
Kellerei St. Pauls – Cantina Produttori San Paolo con il Passion Riserva 2012 e 2011
Kellerei St. Michael Eppan – Cantina Produttori San Michele Appiano con il Sanct Valentin 2012 (molto interessante era anche il loro Schulthauser 2013)
Kellerei/Cantina Nals Margreid con il Sirmian 2013
Il migliore, sempre e solo per il mio palato, è il Vorberg Riserva (2011 e 2009) di Kellerei/Cantina Terlan. Un vino di corpo complesso nei profumi, dal fruttato (mela pera pesca), agrumi, ma anche frutta secca, e soprattutto grande mineralità, ancora più evidenti nella riserva 2009. Un vino sostenuto da una bell’acidità che lo rende armonico, equilibrato, in bocca spicca l’aromaticità ben bilanciata da una buona sapidità, molto persistente.
Le sue caratteristiche mi suggeriscono che, forse, il Vorberg potrebbe invecchiare ancora per qualche altro lustro.
Un caso, una coincidenza o è scientifico che i migliori vini altoatesini provengono quasi sempre da cantine sociali?
Di certo non è per la legge dei grandi numeri, con il loro 70% della produzione vinicola altoatesina, ma preferisco pensare sdolcinatamente che l’unione dei caratteri e degli stili di numerosi vignaioli ed agricoltori ne faccia la loro forza!
Una chicca che il mio amore per le bollicine mi porta a segnalare proviene dall’Azienda Agricola Zeni Roberto. Con la sua produzione di eccellenti bollicine di montagna da metodo classico, in questo evento ha presentato il Maso Nero, da due anni in versione dosage zero con Pinot Bianco in purezza. Tutto vinificato in legno, fermentazione e affinamento nelle stesse barrique. La produzione è in edizione limitata, solo 954 bottiglie numerate a mano e confezionate singolarmente.
Difficile per me apprezzare gli altri Paesi ospitati, “distratto” dalla qualità dei prodotti italiani!
Come etichette che han stuzzicato il mio palato segnalo gli Austriaci con il Kranachberg 2006 di Weingut Hannes Sabathi, il Steinporz Smaragad 2013 di Weingut Hirtzberger ma soprattutto il Kugler 2011 di Weingut Weinrieder.
Come prima edizione lo “Spatium Pinot Blanc” può avere solo una conclusione o un augurio, che diventi un appuntamento fisso e della stessa eccellenza per tutti gli appassionati e operatori del settore.
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