VinoNews24 – Riserva Lucrezia Etichetta Nera, il sorso senza tempo della Franciacorta

Articolo pubblicato ad aprile 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/yepm9wd7)

A vent’anni dalla vendemmia Castello Bonomi, unico château in Franciacorta, presenta la sua riserva di pinot nero in purezza che va oltre i canonici schemi temporali.

Castello Bonomi, una sorta di château della Franciacorta, sorge alle pendici del Monte Orfano, in uno spettacolare anfiteatro naturale nel comune di Coccaglio, circondato da un parco secolare. I 32 ettari di vigneti si sviluppano a gradoni fino a raggiungere un’altitudine di 275 metri, ancora recintati da muretti a secco risalenti alla metà del XIX secolo, visto che in questa terra di abbazie e priorati già allora si producevano “eccellentissimi vini neri e bianchi”.

Forse anche per questo quando l’ingegnere Marino Bonomi, fondatore e già proprietario di Castello Bonomi, insieme al suo chef de cave Luigi Bersini iniziarono a produrre, appunto, bollicine sul Monte Orfano gli diedero del matto. Ma è grazie alla sana follia che a volte si producono dei grandi vini.

LA SCOMMESSA DEL PINOT NERO SUL MONTE ORFANO

Per tutti il Monte Orfano era un posto buono per produrre solo vini bianchi fermi o al massimo dei discreti vini rossi, per loro l’occasione di dimostrare l’esistenza di una Franciacorta diversa. Un’oasi fatta da tanti piccoli cru su un conglomerato calcareo, gessoso, friabile e ricco di sali minerali, diversi per composizione, altitudine, ventilazione, esposizione ed escursioni termiche, e dove puntare su qualcosa di alternativo al solito chardonnay.

Tra i primi quindi in Franciacorta a puntare proprio sul pinot nero, anche per una scoperta alquanto casuale dello stesso Luigi Bersini, che nel 1986, a meno di un anno dalla sua entrata in azienda, in uno dei suoi giri per approfondire la conoscenza dei terreni, scovò in mezzo ad un bosco tra edere ed arbusti selvatici un vecchio vigneto abbandonato con viti di un particolare clone di pinot nero e ne promosse il suo recupero e utilizzo.

LA TENUTA, I VIGNETI E LA PRODUZIONE

La tenuta Castello Bonomi prende il nome dall’edificio in stile liberty, progettato alla fine dell’800 dall’architetto bresciano Antonio Tagliaferri, e dal 2008 è gestita dalla famiglia Paladin, i fratelli Carlo e Roberto Paladin, insieme alle rispettive figlie, Francesca e Martina.

I vigneti, suddivisi in 39 diversi cru, sono vendemmiati e vinificati separatamente, in modo da esaltare, attraverso le micro-parcellizzazioni, le caratteristiche e l’identità di ogni lembo di terra. La produzione annua è di circa 200mila bottiglie, il Brut Cuvée 22 è il loro welcome wine senza annata, a seguire i vari Franciacorta millesimati, come il Cruperdu Brut, che nelle annate particolarmente favorevoli si arricchisce dell’edizione Grande Annata, il Satèn, il Dosage Zéro, il Rosé Brut e la Cuvée 1564 Brut Nature, che si contraddistingue per la presenza del 10% di Erbamat. Ben tre le riserve Lucrezia, tutte extra brut: Etichetta Nera, Etichetta Bianca e Rosè. A chiudere la gamma i 3 vini fermi IGP Sebino.

l’edificio in stile liberty progettato alla fine dell’800 da Antonio Tagliaferri
LA NASCITA DI LUCREZIA ETICHETTA NERA

La cuvée di Lucrezia nasce nel 1999 come una sorta di primo esperimento sul Franciacorta riserva che si poteva ottenere con il pinot nero del Monte Orfano, senza copiare ciò che si produceva ad Erbusco e dintorni. Inizialmente era in assemblaggio con il 30% di chardonnay, senza fermentazione malolattica e con l’aggiunta di soli 2 grammi/litro di zuccheri per la liqueur d’expédition, al fine di renderlo longevo e lasciarlo il più integro possibile. Nel nome la dedica alla prima nipote di Marino Bonomi, in una sorta di passaggio della passione per il vino del nonno alle nuove generazioni, visto che il figlio dell’ingegnere, astemio, aveva altri interessi.

Prodotta esclusivamente nelle grandi annate e solamente dai vigneti più longevi, trascorre oltre cinque anni sui lieviti. Nel 2004 il professor Leonardo Valenti, tra i più autorevoli nomi della ricerca viticola, alla sua prima vendemmia ufficiale da consulente di Castello Bonomi, vista l’eccezionalità del pinot nero in quella annata consiglia che delle 4000 bottiglie da produrre più della metà dovessero diventare il primo blanc de noir della cantina franciacortina, ovvero Lucrezia Etichetta Nera. La storia però riserva una sorpresa: nel 2010 dopo oltre 60 mesi di riposo sui lieviti, agli assaggi anche Carlo e Roberto Paladin si rendono conto di quanto fosse state eccezionale quell’annata, così di concerto con il professore e Luigi Bersini decidono di prolungare l’affinamento di una piccola partita di bottiglie, solo 250 bottiglie e qualche magnum.

Carlo, Francesca, Roberto e Martina Paladin insieme a Luigi Bersini
APPUNTI DI DEGUSTAZIONE

Franciacorta Riserva Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera Docg 2004
Pinot nero in purezza allevato nei vigneti più vecchi collocati a 275 metri di altitudine. Solo mosto fiore per la prima fermentazione, il vino base riposa sulle sue fecce fini almeno otto mesi prima della presa di spuma. Essendo stato degorgiato nel settembre del 2023 sono 220 i mesi di affinamento sui lieviti.

Degustarlo è come sfogliare le pagine più importanti della storia e della biblioteca enoica di Castello Bonomi. Alla vista è oro liquido. Al naso elegante e complesso, il fruttato a polpa gialla, le note di agrumi, le erbe balsamiche che ritornano in chiusura ed una quasi impercettibile nota evolutiva molto ben conservata che ci ricorda dei suoi 20 anni. Un calice per niente stanco, bisogna conoscere bene quel territorio e quei terreni per capire fin dove ci si può spingere con questo metodo classico. Dotato di una freschezza straordinaria, una caratteristica nota minerale su un palato molto sapido ed accarezzato da una carbonica delicata e mai aggressiva. Un Franciacorta di grande personalità, classe, finezza e compattezza.

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