Vini “Maggiorenni” e in gran forma!
Articolo pubblicato a luglio 2015 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2rYtwdN)
Dall’11 al 13 luglio le dolomiti ampezzane son state il palcoscenico d’eccezione della decima edizione di VinoVip Cortina organizzata dalla rivista Civiltà del bere, un vero summit del vino ad alta quota, una tre giorni tra wine-tasting, talk show e masterclass che ha riscosso un grande interesse di pubblico e addetti ai lavori.
I rifugi Col Drusciè, Ra Valles e Faloria e le sale del Miramonti Majestic Hotel hanno aperto le porte ai tre principali eventi in programma.
VinoVip Vintage l’11 luglio, VinoVip International il 12 e il Wine-tasting delle Aquile lunedì 13 luglio, offrendo la possibilità di gustare prodotti di altissima qualità all’interno di un contesto spettacolare, non a caso definito Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Dall’appassionato di montagna a quello enologico, dal giornalista al professionista, circa 1000 presenze hanno raccolto l’invito e si sono regalate questo connubio gusto-quota stravincente!
Ben 55 le cantine italiane selezionate da Civiltà del bere, oltre a pregiate selezioni internazionali prodotte o distribuite dagli stessi protagonisti di VinoVip.
Per gli amanti dei numeri e delle statistiche le bottiglie stappate nei tre giorni son state quasi 5000, ai banchi di assaggio c’era l’imbarazzo della scelta tra i 220 rossi, 98 bianchi, 58 spumanti, 8 rosati e 20 grappe da degustare.
Non credo qualcuno sia riuscito ad assaggiarli tutti, io ci ho provato ma il fisico non mi ha seguito!
Ho potuto apprezzare spassionatamente tutti i vini di VinoVip Vintage, un format di sicuro interesse quello di assegnare a ciascuna delle 55 cantine il compito di proporre una vecchia annata dei loro vini di maggior successo o che rappresentassero al meglio il carattere dell’azienda.
Smisurata la mia curiosità di assaggiare la vendemmia 1997, anno della prima edizione di Vino Vip, proprio in onore di chi ebbe l’idea di organizzare questa manifestazione diciotto anni fa.
Il risultato? Un’ulteriore conferma sulla longevità e sull’ottima ‘salute’ di cui gode il vino italiano oltre che delle enormi potenzialità delle cantine cosiddette giovani.
Diverse le regioni e i vitigni che mi han fatto sognare. Dalla valpolicella de La Poja, Veronese Igt 1997 di Allegrini (Corvina veronese 100%) e l’Amarone della Valpolicella Classico Doc 1997 di Tommasi, al toscanaccio sangiovese Badia a Passignano, Chianti Classico Riserva Docg 1997 Marchesi Antinori e Banfi Poggio all’Oro, Brunello di Montalcino Riserva Docg 1997, il Supertuscan Castello del Terriccio Lupicaia Toscana Igt 1997 (Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10%, Petit Verdot 5%).
Passando per quello che per me è uno dei migliori Pinot Grigio al mondo, il Collio Doc 1997 di Schiopetto!
Per poi perdersi nei profumi della Sardegna, nel gusto dei frutti che solo questa terra dona e che si respirano nel Terre Brune Carignano del Sulcis Superiore Doc 1997 di Cantina Santadi e nel Turriga Isola dei Nuraghi Igt 1997 di Argiolas. Due vini che ti prendono e non ti lasciano, che ti portano in giro per questa splendida isola. Basta chiudere gli occhi e “aprire” il resto dei sensi per partire!
Inoltre un Montepulciano che non ti delude mai, Caroso, quello d’Abruzzo Doc 1997 di Codice Citra.
Tra i giovani il Perla Lugana Doc 2007 di Perla del Garda, che impropriamente definirei una new entry visto il gran successo degli ultimi anni, anche se l’azienda è nata solo nel 2006. Quindi un Trebbiano di Lugana di grande longevità, tanta strada davanti e una filosofia di vita: #LuganaNoLegno
Il Viandante Montecucco Sangiovese Doc 2007 è la prima vendemmia andata sul mercato della Tenuta l’Impostino, dedicato ai viaggiatori che, nel medioevo, sulla via che conduce da Siena a Grosseto trovavano ristoro con buon bicchiere di vino proprio su quelle colline dove oggi sorge l’azienda.
Ancora tra le giovani promesse consiglio la Barbera d’Asti Superiore Docg 2009 della Tenuta Santa Caterina, fresca al punto giusto, intenso, dotato di un bel corpo con curve morbide ed eleganti. Setecàpita non è solo un invito ma il suo nome! Un vero omaggio al contadino veneto che, trasferitosi nel Monferrato, ha coltivato per oltre cinquant’anni questo “cru”, conosciuto proprio per il suo omonimo intercalare!
Mi piacerebbe chiudere questa #highflystory con il primo assaggio di Cortina, un sorso che ha impresso un ricordo talmente forte da durare per tutto il soggiorno (e come si capisce anche dopo!). Sto parlando del Riserva del Caveau Trentodoc 1997 di Rotari, pas dosè, no solforosa aggiunta, ancora fresco, fragrante, sapido. Sboccato a maggio del 2015, ne esistono ancora “solo” 250 bottiglie, 90% chardonnay ed il restante Pinot Nero, pensato e creato nel lontano 1997 per restare sui lieviti in affinamento per soli 28 mesi invece ci è restato ben 204 mesi, quasi 18 anni! Tenace, versatile, di carattere, questa “bollicina di montagna” è capace di avvolgerti in un abbraccio schietto e sincero proprio come chi nasce tra quelle montagne sa fare.
Grazie Davide (ndr: Wine Ambassador Mezzacorona) per aver condiviso con noi questa ENOzione!
Non ci resta che attendere la prossima edizione di VinoVip, ma chissà se dovrem aspettare il fatidico biennio, oppure la Redazione di Civiltà del bere insieme al suo capitano Alessandro vorrà farci un regalo anticipato e inaspettato!
[Photo Credit: Antonio Cimmino]