Le nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero debuttano a Milano
Articolo pubblicato a febbraio 2016 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2Roh3hO)
Giovedì 20 febbraio si è tenuta a Milano la presentazione delle nuove annate di Barolo 2012 e Barbaresco 2013, un appuntamento che da oltre 10 anni Go Wine, l’associazione nazionale di consumatori e turisti del vino, propone, in anteprima agli appassionati, milanesi e non, le nuove annate dei vini del Nebbiolo delle Langhe rigorosamente a denominazione di origine controllata e garantita. Per il secondo anno consecutivo è stata coinvolta, infatti, anche la denominazione Roero.
La manifestazione che ha un obiettivo diverso da eventi quali “Nebbiolo Prima”, “Roero Days”, o altri organizzati ad hoc dal Consorzio di Tutela di Barolo e Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, nasce per essere un momento di ringraziamento, di incontro, di condivisione e naturalmente premiazione con uno speciale riconoscimento agli “Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero”.
La quarta edizione del premio è dedicata alla grande ristorazione e alla comunicazione.
A Claudio Sadler il premio alla ristorazione, quale figura di grande riferimento a Milano, mentre quello alla comunicazione è stato assegnato alla rivista La Cucina Italiana, il cui primo numero è datato 15 dicembre 1929, rappresentata dalla neo-direttrice Vittoria Dalla Cia.
L’obiettivo di Go Wine è anche quello di far conoscere al pubblico di neofiti, curiosi, appassionati o addetti del settore, il lavoro, a volte faticoso ma di certo appagante, di ogni produttore anno dopo anno.
Dietro ogni bottiglia c’è un grande impegno, che si tratti di aziende storiche, vigneron pluripremiati, piccole realtà che si consolidano, giovani tornati nella loro terra d’origine a riprendere il lavoro lasciato dai nonni o che si reinventano da zero, l’elemento in comune è il credere in quello che si fa.
Il vino è soprattutto gusto personale, nel rispetto sempre di qualunque produttore, ragion per cui vi lascio con ciò che ho più apprezzato e ha soddisfatto il mio palato.
Il Barbaresco 2013 (non ancora in commercio), da due vigneti nell’area della docg, affina per un minimo di dodici mesi in tonneaux di rovere francese, in modo da regalargli eleganza e morbidezza.
Il Barolo Brunate 2009, un cru di La Morra, impressiona per la dolcezza del suo tannino. Vino rotondo.
Il Barolo Boscareto 2009, un cru di Serralunga, affina in botti di rovere di Slavonia per un minimo di 24 mesi, considerevole la struttura, esaltata da una bella presenza tannica. Vino austero.
Il Barolo Briccolina 2009, ancora a Serralunga, a differenza del Boscareto, qui si utilizzano barriques di rovere francese che amplificano ancora di più le caratteristiche del Briccolina creando un vino di rara eleganza. Da meditazione.
Il Barolo Rocche di Castelletto 2012, cru di Monforte d’Alba, vinificato senza enzimi e solo con lieviti indigeni, un Barolo tradizionale dal tannino molto dolce, seppur il periodo abbastanza lungo, 45 gg, tra fermentazione e macerazione con cappello sommerso. Affina 30 mesi in botti grandi (max 50 hl). Corposo e armonico.
Il Barolo Ginestra Riserva 2008, vigenti sempre a Monforte d’Alba, è un vino piu’ estremo in fatto di rese, solo 45 quintali per ettaro, almeno 40 mesi in legno, ma è pronto per l avendito solo dopo 7 anni dalla vendemmia. Grande concentrazione, un vino molto profondo, lungo, persistente, interminabile.
Un vero debutto tra le DOCG Barolo&Barbaresco per l’azienda del “riccio”, simbolo nonché mascotte di La Bioca, che ha solo 4 vendemmie alle spalle. Infatti, proprio dal primo gennaio, sono in vendita sia il Barbaresco 2013 che il Barolo Aculei 2012.
Il primo proviene da una vigna a Ronchi, un cru, meno di mezzo ettaro, nel comune di Barbaresco. Molto belle le etichette informative, dove è rappresentato il mappale della vigna, la superficie in “giornate”, l’antica unità di misura di superficie utilizzata in Piemonte, il numero di ceppi, l’anno del sesto di impianto, le bottiglie totali prodotte, anno della vendemmia e numero della bottiglia. L’annata alquanto fredda, non molto semplice da gestire, ha influenzato un po’ le caratteristiche qualitative, accentuando più del dovuto alcune note vegetali.
Il Barolo è vinificato con le uve di due cru, il Castagni nel comune di La Morra e il San Lorenzo nel comune di Verduno. Un’annata 2013 più calda rispetto alla 2013, che ha dato maggiore maturità e complessità al vino, il tannino è risultato composto, più integrato con il resto, sicuramente maggiormente pronto rispetto al Barbaresco, che probabilmente nel campione di botte Secondine 2013, ha mostrato delle potenzialità molto interessanti.
L’azienda, che dagli anni 90 è di proprietà dei Marchesi Antinori, probabilmente ha presentato il miglior Barbaresco tra i presenti alla serata.
Il Bric Turot 2011, da un’annata molto generosa per il gran equilibrio tra zuccheri, acidi e aromi. Al naso grande intensità e complessità, in bocca una buona struttura con tannino presente ma avvolgente, e la giusta freschezza che gli dona quel bel tocco di bevibilità.
Il Barolo Bussia 2009, cru di Monforte d’Alba, risulta floreale, al naso note di frutta matura, dolce, al palato il tannino seppur morbido si fa notare.
Il Barolo Bussia Vigna Colonnello Riserva 2009, seppur è un cru di Monforte, combina le due anime del barolo, poiché sito al confine con il comune di Barolo. Finezza nei profumi, grande freschezza, struttura, corpo. Dopo 30 anni ritorna la Riserva in casa Prunotto.
Sordo Giovanni – Castiglione Falletto
53 ettari di proprietà, solo botti grandi, 6 cru tra Serralunga d’Alba, Monforte, Castiglione Falletto, Verduno, Novello, ad ogni vigna il suo Barolo, 100 anni di tradizione che han portato a Milano la migliore batteria di vini dell’evento.
Il Barolo Movigliero 2011, cru di Verduno. Elegante e raffinato nei suoi profumi floreali e speziati. Piacevolmente sapido con un dolce tannino che accarezza il palato.
Il Barolo Gabutti 2011, cru di Serralunga. Così caldo e generoso al palato quanto austero al naso. Giustamente tannico e di grande equilibrio.
Il Barolo Parussi 2010, cru di Castiglione Falletto. Annata da gran invecchiamento. Barolo vecchio stile, un tannino invadente che tra 30 anni ci farà sognare.
Il Barolo Perno 2009, cru di Monforte, ricco, molto caldo, il più ostile e tannico di tutti i cru. Un vino che vuole mettere in risalto il terroir di nascita senza nessuna mediazione.
Albe 2012, un Barolo di Barolo a marchio registrato, che nasce dall’assemblaggio di nebbiolo di 3 diverse vigne, sia per altitudine ma soprattutto per esposizione, da qui il nome Albe, visto che il sole durante il suo incedere bacia per ben tre volte le tre differenti vigne. Un Vino nato per essere godibile fin da subito.
Il Barolo Bricco delle Viole 2012, nasce dall’omonimo cru, il più alto del comune di Barolo, che nelle giornate uggiose, vien fuori dalla nebbia. Esposto sempre al sole, rappresenta l’eleganza di Barolo, tannino setoso e morbidezza da accarezzare.
Barolo Luigi Baudana 2012, un barolo da “garage” vista la sua limitatissima produzione, che Vajra vinifica ancora nella cantina di Baudana a Serralunga d’Alba. Complesso, potente e raffinato.
Prima di congedarmi dai rossi di Langhe, una visita veloce a Marco e Vittorio Adriano, per chiudere in dolcezza questa serata grazie al loro Moscato d’Asti Docg, per nulla stucchevole grazie a delle note fresche che invogliano a berne ancora.
[Photo Credit: Antonio Cimmino]Antonio Cimmino, Barbaresco, Barolo, gowine, Langhe, Roero, Vini di Langa e Roero