Gli artigiani del Vino dal vivo a Milano

Articolo pubblicato a marzo 2016 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2LCz2fg)

Negli ultimi anni la coscienza enologica è cambiata, manifestazioni come LIVE WINE, il Salone Internazionale del Vino Artigianale che si è svolto al Palazzo del Ghiaccio di Milano dal 5 al 7 marzo, sono sempre più frequenti oltre che sempre più accessibili a tutti.

Lo dimostrano i numeri di questa seconda edizione del Live Wine. Oltre 140 i produttori presenti, circa 5.000 i visitatori complessivi durante le tre giornate, di cui quasi un terzo di operatori del settore, oltre a 250 tra giornalisti e blogger.

Gli organizzatori l’hanno definito il salone del vino artigianale, ma, citando la celebre frase attribuita a Louis Nizer o addirittura a S. Francesco “Chi lavora con le mani è un operaio, Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista”, si può affermare che di artisti del vino se n’è incontrati tanti. Eccone Alcuni

Casa Belfi

Maurizio Donadi è uno di quei giovani enologi che si è fatto strada tra gli artisti del vino. In pochi anni ha raggiunto una grande notorietà tra gli appassionati del non convenzionale.

Steineriano convinto, in vigna è bandito qualunque tipo di prodotto di sintesi, concimi, diserbanti, pesticidi: nei suoi vigneti “regna il caos” tra terreno, viti, piante, batteri, lieviti, muffe, aria, luce, acqua, calore, animali e uomo.

In cantina, dopo le fermentazioni rigorosamente naturali, cerca di accompagnare il vino nella sua maturazione adoperando al minimo la tecnologia disponibile, senza correzioni, filtrazioni, chiarificazioni o stabilizzazioni.

Il suo Colfondo Prosecco doc “sur lie” 2014 è un glera 100% rifermentato in bottiglia che rispecchia l’annata, molto più acidulo degli anni precedenti, sentori fruttati più accentuati rispetto alle note agrumate. Da bere limpidissimo durante gli aperitivi, per accompagnare un pranzo meglio agitarlo, per portare i lieviti in sospensione, in modo da imprimergli una nota morbida e grassosa.

Il Bianco delle Venezie IGT 2014 è un assemblaggio di Chardonnay e Incrocio Manzoni, fermenta per una parte in acciaio e per una parte in anfora. Non filtrato, nessuna aggiunta di solfiti, solo un po’ di azoto. Sapidissimo!

Il Colfondo Anfora Vino Bianco Frizzante “sur lie” 2014 fa macerazione in anfora da 40 ettolitri, fermentazione e affinamento in anfore da 2 ettolitri per circa 7/8 mesi, segue imbottigliamento e relativa rifermentazione in bottiglia. Al naso presenta una leggere riduzione, mentre al palato dà il meglio di sé, mostrando un perfetto equilibrio sorretto da una buona acidità che, insieme ai lieviti presenti sul fondo della bottiglia, regalano a questo vino frizzante una buona longevità.

Il Colfondo Raboso I.G.T. delle Venezie è una sorta di novello di Raboso frizzante. Il vino base è ottenuto tramite una macerazione carbonica per un mese a grappolo integro e successiva macerazione pellicolare per 15 giorni, infine stoccato in serbatoio di acciaio. In primavera il vino è imbottigliato fermo con un certo residuo zuccherino per far ripartire la fermentazione e renderlo così frizzante. Un Raboso Rabbioso!

Casa Caterina

Nel cuore della Franciacorta, a Monticelli Brusati, probabilmente nasce lo spumante italiano metodo classico più francese degli altri. A produrlo è un “lavoratore della terra”, naturale e biodinamico, che utilizza i tre principali vitigni del metodo champenoise d’oltralpe, Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier. Lui è Aurelio Del Bono che insieme a suo fratello Emilio sono diventati il simbolo di quella Franciacorta che ha detto no alle DOCG, per produrre vini come piacciono a loro, senza se e senza ma, condizionamenti o altro. Il risultato di tutto questo, con una dedica speciale alla mamma, sono i vini di Casa Caterina.

Rosé Classic Brut 2005, Pinot Nero in purezza, sboccato nel 2015, ben 9 anni sui lieviti, come di consueto una produzione limitata a 5000 bottiglie. Niente male come vino d’entrata in questo Live Wine!

Cremant 2007, Chardonnay in purezza, 4 atmosfere di pressione, sboccatura maggio 2015, bottiglia n.545 di 2500, sette anni sui lieviti. Finezza, eleganze ed un pizzico di ossidazione.

Rio Camì Nature 2003 Magnum Blanc de Noir, 100% Pinot Nero, sboccato a dicembre 2014, ben 144 mesi sui lieviti.

Sec Demy Out Style 2001, ancora un Pinot Nero in purezza ma con un residuo zuccherino di 14,6 grammi/litro. Un vino, come suggerisce il nome, fuori da ogni schema e da ogni stile. 11 anni la permanenza sui lieviti ed una delicata dolcezza data, non dall’aggiunta della liqueur d’expedition, ma dall’arresto naturale della rifermentazione in bottiglia. Semplicemente 1000 bottiglie rare ed uniche!

Ca’ de Noci

Negli anni settanta, ai piedi dell’Appennino Reggiano, Vittorio papà di Giovanni e Alberto Masini, piantò dieci ettari di rari vitigni autoctoni e un noceto che dà il nome all’azienda a conduzione biologica, certificata dal lontano 1993. Oggi Alberto è considerato un po’ il custode di queste antiche varietà come la Spergola, il Malbo gentile, il Lambrusco di Montericco e la Sgavetta.

Vendemmie manuali, lunghe macerazioni atte ad estrarre gli antiossidanti naturali dell’uva e ad ottenere tutta la persistenza e la complessità di questi antichi vitigni autoctoni, per far ì un vino senza aggiunta di anidride solforosa.

defratelli.12 è lo spumante metodo classico da Spergola in purezza. Un vero cru: una vigna, un vitigno, una vendemmia. Macerato sulle bucce per 4/5 giorni, sosta 36 mesi sui lieviti, un dosaggio zero appena sboccato, in evidenza note di lievito che stanno evolvendo verso sentori balsamici.

Notte di luna 2013, un bianco secco aromatico, Moscato, Malvasia ed una piccola percentuale di Spergola. Un anno di affinamento sulle fecce fini in botti non tostate da 500 litri, sia nuove sia usate da almeno 20 anni. Una versione che predilige magrezza e freschezza rispetto alle lunghe macerazioni, al fine di salvaguardare gli aromi primari dei vitigni utilizzati.

Sottobosco 2014, rosso frizzante secco rifermentato in bottiglia, uvaggio di Lambrusco Grasparossa, Malbo gentile, Lambrusco di Montericco, una varietà selvatica, e Sgavetta dall’acidità “spaventosa”.

Il Gheppio 2010 è un vino rosso di lungo affinamento. Cabernet sauvignon, Malbo gentile e altri autoctoni. Tre anni di affinamento in vecchi tonneau di rovere sulle fecce nobili, un ulteriore anno in acciaio necessario per far ammorbidire un po’ il tannino molto presente e leggermente verde.

Aresco 2011, Spergola appassita in cassetta per tre mesi, vinificata con macerazione delle bucce e affinata in legno per almeno 30 mesi.

Corte Sant’Alda

Proprio quest’anno l’azienda agricola di Marinella Camerani compie 30 anni. Era il 1986 quando a Mezzane di Sotto, nei territori della Valpolicella, Marinella ha fatto rivivere la proprietà di famiglia semi abbandonata. Gli iniziali 5 ettari son divenuti 40, di cui venti di vigne, per produrre vini, sì certificati Demeter, ma solo da vitigni tradizionali e che parlassero del loro territorio d’origine: Valpolicella e Soave. Da quest’ultimo, seppur ipoco più di un ettaro, si produce l’unico vino bianco dell’azienda, un Soave DOC da Garganega (80%), Trebbiano di Soave (15%) e Chardonnay (5%).

Una novità dell’azienda è l’Agathe 2015, un rosato da Molinara in purezza, macerato circa 30 ore, e successiva fermentazione e affinamento in anfora. Il nome ricorda Sant’Agata, che si onora il 5 febbraio, giorno in cui è stato scelto il nome del nuovo rosato, ma è anche un aggettivo di origine greca che letteralmente significa “buono”, “di valore”, “onesto”, ma soprattutto è una pietra di colore rosa legata alla tranquillità, all’equilibrio e alla vitalità. Così come si immagina questo vino.

Il Valpolicella Ripasso Superiore Campi Magri 2013, Corvina, Corvinone e Rondinella, fermenta spontaneamente in tini di rovere. A febbraio viene “ripassato” sulle vinacce ricche di mosto dell’Amarone, e ventiquattro sono i mesi di maturazione in botti di ciliegio da 14 ettolitri.

L’Amarone della Valpolicella DOCG 2011 è stato il primo e unico Amarone ad aver ricevuto la certificazione Demeter, nasce dalla selezione delle migliori uve, Corvina (30%), Rondinella (30%) e Corvina Grossa (40%), che, dopo circa 4 mesi di appassimento, fermentano in tini troncoconici da 40 ettolitri, con la macerazione che dura circa un mese. L’affinamento avviene in botti di rovere francese (da 5 a 25 hl) per circa 4 anni.

Marina Palusci

A Pianella, provincia di Pescara, tra il Gran Sasso e la Majella sorge l’Azienda Agricola, a gestione familiare, Marina Palusci, impegnata nell’olivicoltura di altissima qualità da quattro generazioni. Nel 2009 grazie anche alla grande passione per il vino e all’amore per il territorio di Massimiliano d’Addario, figlio di Marina, da sei ettari di vigneto iniziano a nascere dei vini rigorosamente da vitigni tipici della zona. Passerina, Pecorino, Trebbiano Abruzzese e Montepulciano. Prima di tutto vini salubri, genuini, naturali. Solo uve non trattate chimicamente, selezionate a mano, a fermentazione spontanea, con i lieviti indigeni presenti sulle bucce delle uve stesse utilizzati per creare il “piede di fermentazione”, non filtrati, non stabilizzati e senza solfiti aggiunti.

Una ricetta molto semplice, “Solo Uva con aggiunta di Cuore, Passione e Anima”.

Tutti i vini della linea Plenus, dalla Passerina 2015 al Montepulciano d’Abruzzo 2013 passando per il Pecorino 2014, hanno la chiusura a vite, ma avendo avuto la fortuna di poter degustare i vini in momenti diversi, “bisogna sfatare l’assunto che il tappo a vite non è in grado di dare evoluzione al vino”, come afferma lo stesso Massimiliano.

Chiudiamo con il vino che più mi ha emozionato in quest’edizione, il S.O.W. (sparkling orange wine) Doppia Barba 2011. Trebbiano d’Abruzzo vinificato in anfora e rifermentato in magnum con l’aggiunta del mosto 2012. Un vino che nasce “dalla Passione, dall’Amore e dalla Grande Amicizia di due Folli Figure Barbute: Max d’Addario e Maurizio Donadi” (di Casa Belfi)

Gilles et Catherine Vergé

In qualsiasi evento che tratti di vini naturali, non si può non far riferimento alle due principali associazioni nate in Francia, dove il movimento dei vigneron naturali ha mosso i primi passi. Ci riferiamo alla AVN — Association des Vins Naturels, la prima ad essere fondata in Europa, e a Les Vins S.A.I.N.S. (Sans Aucun Intrant Ni Sulfite, ajouté sur toutes les cuvées), ovvero no solfiti aggiunti ma su tutte le bottiglie prodotte.

Quest’ultima associazione, cui fanno parte sia produttori francesi e sia italiani, è stata creata da Gilles e Catherine Vergé, che vinificano esclusivamente Chardonnay proveniente dai loro 5 ettari a Viré, nei pressi di Macon in Borgogna. Quest’anno non son riusciti a partecipare in prima persona, ma come sempre a raccontarci dei loro vini e soprattutto della loro storia, ci ha pensato chi conosce meglio i coniugi Vergé, Andrea Sala che grazie a That’s Wine – la sua distribuzione di vini naturali, biologici e biodinamici, oltre che ad importare e distribuire i loro vini ci permette di poter degustare in giro per l’Italia queste chicche enologiche.

Le Balaise 2011 lot 1115, (vendemmia 2011 in bottiglia nel 2015), è uno Chardonnay 100% da una vigna di 78 anni molto calcarea, il vino resta fermo senza mai essere mosso o travasato per 4 anni in vasche di acciaio smaltato.

Vieilles vignes 2010 lot1014, (vendemmia 2010 in bottiglia nel 2014), ovviamente sempre chardonnay in purezza da una vigna di 130 anni su terreni argillo-calcarei. Anche in questo caso affina 4 anni in vasche di acciaio smaltato ma scolme, uno stile ossidativo tipo vino della Jura.

Virè Clesse Coteaux des Quarts 2006, deriva da una vigna di 94 anni con depositi nel terreno di origine marina (conchiglie, ostriche), un’annata calda che al naso ha fatto emergere un fruttato più evidente. Dopo 5 anni trascorsi in acciaio e altri 5 anni in bottiglia si ha l’impressione di degustare un vino che ha ancora tanto da dire nei prossimi anni.

Per chi si è perso questa bella manifestazione, per incontrare molti dei produttori presenti l’appuntamento è a uno dei prossimi eventi: ViniVeri 2016 (Cerea – VR, 8-10 aprile), ViVit (Pad. 8 Vinitaly, 10-13 aprile), Villa Favorita 2016 (Sarego – VI, 9-11 aprile), Summa 16 (Magrè – BZ, 9-11 aprile), Io Bevo Così (Olgiate Molgora – LC, 22-23 maggio).

 

[Photo Credit: Antonio Cimmino]
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