Montelvini, Asolo e il vigneto ritrovato

Un progetto che racconta un legame speciale, quello tra Montelvini e Asolo. Un impegno dedicato alla “Città dei cento orizzonti”, simbolo di cultura, storia e bellezza, cuore della denominazione Prosecco Superiore Asolo Docg.

Da queste premesse ha preso forma il progetto “Nel cuore di Asolo, un vigneto ritrovato”, la nuova sfida che Montelvini ha presentato ufficialmente sabato 7 ottobre nella sede del Comune di Asolo. Nella Sala Consiliare l’Amministratore Delegato di Montelvini, Alberto Serena, ha illustrato l’ambizioso progetto di recupero di un piccolo appezzamento vitato posizionato nel centro storico della città.

Un territorio dove l’uva è parte integrante del paesaggio da oltre due secoli, da quando la nobile famiglia Contarini, alla fine del 1600, possedeva questi terreni e fece edificare quella che oggi è conosciuta come “Villa degli Armeni”. È infatti su Villa Contarini e sul celebre giardino all’italiana di Villa De Mattia, che si affaccia il “Vigneto ritrovato”, sorta di Cru di mezzo ettaro in cui, grazie all’impegno di Montelvini, si lavorerà al recupero del genoma della pianta originale, per andare ancor più a fondo, alle radici della storia e del cuore  del Prosecco Superiore e dell’Asolo Docg.

Una denominazione  di cui la cantina di Venegazzùsi fa portavoce del mondo, poiché è in queste terre che, da oltre 135 anni,  la famiglia Serena è impegnata nella produzione di vini d’eccellenza, con l’obiettivo di promuovere la qualità di un territorio unico nel panorama enologico italiano. L’Asolo Docg è infatti l’unica denominazione del Prosecco che può vantare nel disciplinare la versione Extra Brut, poiché solo qui il terreno e il microclima regalano al vino struttura e salinità uniche. Una tipologia nella quale Montelvini crede da sempre e che oggi interpreta il più alto concetto di qualità della cantina.

Lo spirito del progetto di recupero firmato Montelvini appare chiaro fin dal titolo “Nel cuore di Asolo, un vigneto ritrovato”, che vuole esprimere anzitutto il senso di appartenenza al territorio e lo stretto legame con Asolo. L’impegno di Montelvini si fonde, dunque, con la consapevolezza che questo spazio urbano verde, incastonato tra natura e città,appartiene prima di tutto ad Asolo, alla sua storia, alla sua bellezza. In questo senso, il vigneto a pochi passi dalle antiche mura cittadine è un giardino dal valore inestimabile, che sarà “ritrovato” per divenire patrimonio di tutti.

L’intera filosofia del progetto è guidata dal desiderio di approcciare al recupero di questa antica vigna con grande delicatezza, attenzione, ascolto, pensiero,con uno sguardo moderno che valorizzi il passato. La rivalorizzazione coinvolgerà infatti uno spazio strettamente connesso con la vita delle persone, la storia della città, il paesaggio. Da qui l’esigenza di creare un gruppo di lavoro multidisciplinare, capace di realizzare un progetto così ambizioso. Un pool di professionisti che, ognuno con la propria competenza, lavorerà al recupero di questo lembo di Asolo, un angolo in cui storia, cultura enologica, architettura e paesaggio si incrociano da secoli.

Un racconto unico e sorprendente, un progetto che oggi ha ufficialmente preso il via con un brindisi inaugurale proprio in quel “Vigneto ritrovato” che tornerà finalmente ad essere il simbolo tangibile di un’alleanza tra uomo e terra, quell’antico ed ancestrale legame che Montelvini esprime con il motto “Alleati in vigna”.

Il vigneto oggi:
  • Estensione: circa 3000 mq (0.3 ettari)
  • Vitigni presenti attualmente: prevalentemente Glera
  • Anno di impianto: 1960
  • Piante presenti: circa 70-80
  • Esposizione: Sud
  • Tipo di terreno : medio impasto con buona presenza di argilla. Presenta alcune zone di argilla dal colore rossastro, dato dall’accumulo di ossidi di ferro.
  • Tipo di impianto che verrà realizzato: la scelta sarà in base ai risultati ottenuti dalla ricerca del Crea. La forma di allevamento prevista è quella a Sylvoz, tipica della zona. Vista la posizione del vigneto è previsto il completo inerbimento, per evitare fenomeni erosivi.

Fonte e Credits: Ufficio stampa Gancia – Gheusis 
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