Cala il sipario sulla 24° edizione del Merano WineFestival [PARTE I]
Articolo pubblicato a novembre 2015 su sezione cucina ilgiorne.it (LorenzoVinci) (https://goo.gl/n4KUGj)
Martedì’ 10 Novembre, con l’appuntamento finale “Catwalk Champagne”, è terminata la Cannes dell’enogastronomia internazionale, come è stato definito il Merano WineFestival per la sua qualità, eleganza ed esclusività.
Questa ventiquattresima edizione si è aperta con WineForum, due giorni di convegni, seminari, workshop con focus sui cambiamenti climatici e quindi sull’impatto dell’innalzamento delle temperature sulla vitivinicoltura, al fine di comprendere e tutelare il futuro del vino in Italia e Europa, e quindi dei produttori e dei consumatori che ci ruotano attorno.
Il record di presenze dell’anno scorso è stato superato, con 7.100 biglietti staccati e quasi 10.000 presenze in 5 giorni, con un incremento di visitatori business e la presenza di un pubblico molto competente e più interessato, grazie anche ad un “contenitore” ricco di novità e appuntamenti.
In continuità con i temi trattati al WineForum, venerdì 6, sempre nelle splendide sale del Kurhaus, lo storico palazzo liberty situato nel centro di Merano (BZ), si è tenuta l’undicesima edizione di bio&dynamica, la selezionata rassegna di cantine che praticano viticoltura biologica, biodinamica e/o naturale, nata in tempi non sospetti, quando parlare di questi temi in contesti di manifestazioni “convenzionali” era molto inusuale.
Ancora una volta Helmuth Köcher, ideatore, organizzatore e presidente del Festival, si è dimostrato un vero “WineHunter”
Sempre venerdì, ad accendere gli animi degli addetti ai lavori (e non) ci ha pensato il momento probabilmente più atteso di quest’edizione, “Cult Oenologist – I registi del vino”, un evento speciale e unico nel suo genere, poiché quest’anno Helmuth ha voluto che fossero gli enologi a metterci la “faccia”.
Così 10 tra i migliori “professionisti” d’Italia hanno presentato quelle 10 etichette che meglio esprimono la loro filosofia e la loro produzione. Il pubblico ha potuto così sperimentare una degustazione attraverso un nuovo punto di vista, un modo per valorizzare l’impegno e il ruolo fondamentale dell’enologo nella viticoltura.
Tra questi non poteva mancare Riccardo Cotarella con i suoi tre rossi, il laziale Montiano 2006, Merlot in purezza, di Falesco, ed i campani Montevetrano 2006, (60% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot e 10% Aglianico) dell’omonima azienda e il Terra di Lavoro 2006 (80% Aglianico, 20% Piedirossi) di Galardi. Altra grande presenza quella di Luca d’Attoma ed i suoi vini della Costa Toscana come il Sorpasso Rosso 2012 (47% Cabernet Sauvignon, 47% Cabernet Franc, 6% Merlot) di Agrilandia o il “suo”Cabernet Franc in purezza Duemani 2012!
I “Super” di Carlo Ferrini, fiorentino di nascita, sono storia. Tra questi i “tuscan” Siepi 2011 (Sangiovese e Merlot in parti uguali) di Castello di Fonterutoli e Sapaio Bolgheri Superiore DOC 2007 (50% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 15% Cabernet Franc, 15% Petit Verdot) di Podere Sapaio, il marchigiano Pollenza Rossa 2011 (60% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 15% Cabernet Franc, 5% Petit Verdot) de Il Pollenza ed il “supertrentin” per antonomasia, il San Leonardo 2004 (60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenere, 10% Merlot).
Ironia, simpatia ed un tocco di anticonformismo caratterizzano Salvo Foti, catanese, grande rappresentante della viticultura eroica etnea, i suoi “vulcanici” vini non si dimenticano molto facilmente, come il Nerobufaleffi 2006, Nero d’Avola 100% di Gulfi, il Profumo di Vulcano 2012 (50% Nerello Mascalese e 50% Nerello Cappuccio) di Federico Graziani ma soprattutto il suo Vinupetra 2002 (80% Nerello Mascalese e restante Nerello Cappuccio) de I Vigneri di Salvo Foti. Un uomo che sa esattamente ciò che gli piace e che sostiene “Dobbiamo fare bene quello che sappiamo fare altrimenti facciamo come il Gattopardo, che per cambiare tutto non ha cambiato niente” per sottolineare l’importanza di conoscere limiti e ambiti di azione.
L’enologo che ha più ha toccato le corde delle mie emozioni è stato il “Professor” Luigi Moio con le sue dissertazioni su agronomia, enologia, produzione dei suoi vini. E’ stato un po’ un tornare sui banchi di scuola, rapiti dal fascino di quei maestri in grado di infondere conoscenza e cultura stuzzicando al tempo stesso curiosità e motivazione ad esplorare nuovi mondi.
I profumi, i sapori, i colori della mia terra di origine nei suoi vini hanno esaltato la mia (campanilistica) predilezione!
Un grazie anche per l’introduzione ad una certa biodiversità, sia di sfumature che di vitigni, dimostrando una grande ecletticità condivisa e omaggiata da tanti suoi colleghi attorno a lui.
Dei grandissimi vini quelli presentati, come Exultet Fiano Di Avellino DOCG 2013 della sua azienda Quintodecimo, il Pietraincatenata Fiano Cilento DOC 2013 di Luigi Maffini e il Fiorduva Furore Bianco Costa d’Amalfi DOC 2013 (40% Ripoli, 30% Ginestra, 30% Fenile) di Marisa Cuomo. Tra i rossi l’aglianico Taurasi Vigna Macchia dei Goti DOCG 2011 di Cantine Antonio Caggiano e il primitivo Falerno del Massico DOC 2012 di Cantine Michele Moio.
Da sabato a lunedì si sono aperte le porte anche del salone delle feste del Kurhaus, che ha ospitato oltre 300 cantine e 100 artigiani del gusto italiani, selezionati tra i vincitori dei Merano Wine Award, mentre nel salone riservato ai produttori internazionali, circa 150, spiccavano molte Maison in terra di Champagne e i Grands Crus di Bordeaux.
Una vocazione internazionale del Festival confermata sia dalla curiosità suscitata per le otto annate di Muscat (dal 1937 al 2010) di Massandra Winery, raccontato da Helmut durante una delle WineMaster Classes benefiche, sia dalla presenza ad esempio dell’Austria come ospite ufficiale, della Georgia, “culla della vite” ancora protagonista, e dalla presentazione ufficiale del libro “Wine book of Romania”.
Sabato è stata anche la giornata dell’ Associazione Nazionale Le Donne del Vino, formatosi nel 1988 grazie all’intuito di alcune produttrici di vino (ad oggi 650!) in rappresentanza di tutte le categorie della filiera vitivinicola, dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione, con lo scopo comune di divulgare la cultura del vino e coinvolgere sempre più le donne nel settore, in un ottica di pari opportunità.
I risultati in questi anni non si sono fatti attendere visto che queste “Signore del Vino” non hanno certo bisogno di quote rosa per affermare la loro grandezza e forza. Numerose sono le testimonianze di successi al femminile sia ai vertici di aziende familiari che di loro fondazione, con un buon 30% del totale, un numero che tende ad aumentare e a farsi strada in un mondo storicamente maschile.
In questo contesto la delegazione del Trentino e Alto Adige, grazie alla forte personalità della sua delegata regionale, la produttrice Elena Walch, ha ideato e realizzato una spettacolare ed emozionantissima degustazione alla cieca, che si è tenuta all’interno del Castello Principesco.
A condurci in questa esperienza, nella splendida e storica “Sala degli Sposi”, è stata Aurora Endrici, giornalista, comunicatrice, imprenditrice (e ovviamente donna del vino) che, come Beatrice, ci ha guidato in questo paradisiaco e sensuale viaggio sensoriale, dove udito, olfatto e gusto, si “sono esaltati” nell’ascoltare gli amorevoli suoni e parole delle produttrici per sintonizzarci con le vibrazioni e l’anima dei loro vini.
Il food è sempre più al centro dell’attenzione nelle sale del Merano WineFestival e non è più solo una cornice all’eno-mondo, grazie al meglio del panorama agroalimentare italiano scovato in giro da Helmuth e dai suoi collaboratori, che han popolato e animato la frequentatissima GourmetArena.
Il Merano WineFestival ha anche un cuore che batte all’insegna della solidarietà, sono diversi anni che collabora con l’Unicef grazie alla generosità dei produttori e dei visitatori che hanno acquistato alcune bottiglie di prestigio messe a disposizione dai produttori stessi. Quest’anno il ricavato è destinato ai bambini del Nepal, paese colpito da un terribile terremoto lo scorso aprile. Ma il MWF solidale non finisce qui, il ricavato dei biglietti delle diciotto WineMaster Classes è stato devoluto al Gruppo Missionario di Merano, una Onlus locale attiva dal 1971 che cura nei paesi poveri progetti di cooperazione in ambito educativo e dell’assistenza dell’infanzia, della sanità, e consentirà il finanziamento di alcuni letti del reparto di pediatria dell’ospedale di Tanguieità, nord del Benin, nel quale in questo periodo affluiscono centinaia di bambini colpiti da una violenta epidemia di malaria.
La novità quest’anno è stata Catwalk Champagne, durante la giornata conclusiva, martedì, dedicata alle più famose bollicine del mondo.
Da vero WineHunter con il suo team di Gourmet’s International, Helmuth è già al lavoro per l’edizione numero 25, di cui non rivela ancora nulla, ma già sappiamo che saranno tante le novità che ci attenderanno.
Come il Wine&Siena in programma il 30 e 31 gennaio prossimi nella splendida cornice di Rocca Salimbeni, o l’Eurotour a Monaco e Vienna la prossima primavera e Stati Uniti in autunno.
E per chi avesse perso l’opportunità di degustare i prodotti della Selezione Ufficiale 2015, il MWF ha lanciato il Wine&Culinaria Shop online, il negozio online delle eccellenze enogastronomiche presenti al festival
Appuntamento alla prossima settimana per scoprire insieme cosa ci resterà di questa 24 edizione del festival
[Photo Credit: Antonio Cimmino]CatWalk Champagne, Cult Oenologist, Donne del Vino, Duemani, GourmetArena, Helmuth Köcher, Luca d’Attoma, Luigi Maffini, Luigi Moio, Profumo di Vulcano, Quintodecimo, Riccardo Cotarella, Salvo Foti, WineHunter