VinoNews24 – Un kerner granitico per Cantina Valle Isarco, il debutto del Granit 960

Articolo pubblicato a luglio 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/6nzrcct3)

Una nuova interpretazione del vitigno kerner da parte di Cantina Valle Isarco conferma che verticalità, freschezza, sapidità e longevità sono il fil rouge di tutti i vini prodotti dalla più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige.

La storia dei vasi vinari è strettamente legata all’evoluzione della viticoltura e della vinificazione. Per produrre e conservare il vino si sono sempre utilizzati dei contenitori dai diversi materiali un tempo a disposizione. Dalle anfore di terracotta alle vasche di cemento (vetrificato e non), dall’acciaio inox e botti di legno, passando dal grès, dall’argilla e fino all’uso di particolari miscele fra le principali famiglie nel panorama dei prodotti ceramici. Ma a conoscenza è raro, se non unico, l’utilizzo in fermentazione e maturazione quello realizzato da un blocco singolo di granito.

FOLLIA O AVUANGUARDIA, GENESI DEL NUOVO PROGETTO DI CANTINA VALLE ISARCO

Ha appena debuttato sul mercato, una nuova interpretazione di kerner in purezza di Cantina Valle Isarco (Eisacktaler Kellerei), la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige. È il Granit 960 che fermenta e affina in una botte da 960 litri realizzata, appunto, da un blocco unico di granito della stessa Valle isarco.

Un progetto avanguardista, pensato un po’ di anni fa, fine 2017, come spiega il direttore generale della cantina, Armin Gratl.

In quel periodo eravamo già impegnati in una dettagliata attività di zonazione con relative microvinificazioni, sperimentando diverse tecniche fermentative e di affinamento ma sempre e solo utilizzando contenitori e materiali abbastanza classici. Allora pensammo all’uso delle anfore, interrate e non, ma non avevano niente a che fare con la nostra storia. Il cemento, sì certo che poteva funzionare ma già era presente in tante cantine, quindi non aveva niente di così innovativo. Ci piaceva qualcosa di unico, un contenitore che potesse rappresentare il territorio della Valle Isarco, dove da sud a nord si alternano ben 8 tipologie di suoli molto diversi tra loro, tra cui quelli ricchi di granito. Ed è così che nasce l’idea di un contenitore di questo materiale per vinificare e affinare un kerner allevato su suoli granitici”.

Ed è così che si sono messi a cercare qualcuno, accomunato con loro da quel pizzico di sana follia, che sposasse e realizzasse il progetto.

Armin Gratl, direttore generale Cantina Valle Isarco, e il blocco unico di granito da 20 tonnellate
DAL TUNNEL AL VINO

Una delle maggiori difficoltà, sicuramente non l’unica, non era solo quella di produrre un contenitore vinario in granito, ma farlo utilizzando un blocco unico che provenisse dalle Valle Isarco. Dopo quasi due anni di ricerca, finalmente arriva a Gratl la telefonata che tanto aspettava, nel cantiere del nuovo traforo che collegherà la Valle Isarco, da Bressanone, alla capitale del Tirolo austriaco, Innsbruck, avevano rinvenuto un blocco di oltre 40 tonnellate, poi suddiviso a metà, che potesse sembrare utile alla causa. Un po’ di prove da parte dell’azienda (specializzata nel produrre fontane di granito di grandi dimensioni) per verificare resistenza, malleabilità, porosità, andate a buon fine ed iniziano i lavori. Ovviamente non esistevano prove per verificare se poteva essere un buon materiale atto a vinificare un vino qualitativamente all’altezza della produzione della cantina.

Un anno per dargli una forma circolare, per scavare interno, modellare il “tappo”, levigare il tutto. A luglio finalmente dopo quasi 3 anni dalla nascita dell’idea, il tank cilindrico dello spessore di 8 cm, 960 litri di capienza e dal peso di poco più di due tonnellate è pronto per accogliere la sua prima vendemmia.

la botte di granito posizionata nella sala degustazione all’interno della barricaia di Cantina Valle Isarco
UNA NUOVA INTERPRETAZIONE PER IL KERNER

Nato dall’incrocio tra schiava grossa (trollinger) e riesling renano, per mano dell’agronomo August Karl Herold nel 1929 a Weinsberg in Germania – nel nome la dedica al medico e poeta tedesco Justinus Kerner grande appassionato di vino e autore di svariate poesie sul tema – il kerner utilizzato per il Granit 960 cresce tra 700 e i 900 metri di altitudine dell’alta Valle Isarco, tra le città di Chiusa e Bressanone, su un suolo composto in buona parte da granito. Su terreni impervi e ripidi la vendemmia non può che essere manuale, pressatura in assenza di ossigeno, fermenta nella botte di granito e ivi rimane per un anno sulle sue fecce di fermentazione, per proteggerlo dall’ossidazione e permettere una lavorazione senza l’aggiunta della solforosa, cercando così di preservare quella mineralità che vitigno, terreno e contenitore possono regalare se si lavora in riduzione, ma senza esagerare. Solo qualche batonnage, uno ogni due mesi, un ulteriore anno in acciaio e 18 mesi bottiglia.

L’affinamento in granito di un solo anno è stata una scelta obbligata per avere a disposizione il contenitore per l’annata successiva, in modo da costruire negli anni una storia con tutte le annate da confrontare tra loro. Infine, a conferma che in fermentazione e maturazione la botte di granito traspirava, è stato l’inscurimento e l’inumidirsi delle sue pareti, proprio come accade per quelle in legno.

GRANIT 960 ALTO ADIGE VALLE ISARCO DOC KERNER 2020

Un kerner che si distingue per mineralità e sapidità, in grado di sviluppare una sorprendente complessità, mantenendo al contempo una freschezza vivace che promette una notevole longevità. Al naso, il varietale è molto riconoscibile con quelle sue immediate note cristalline di agrumi, fiori bianchi e pesca, seguite da sensazione di punta di grafite e quel sasso a tratti gessoso, su un sottile retrogusto di erbe alpine e una manciata di fiori di sale. Vino fresco, compatto, di montagna che in bocca esprime pienezza ed una struttura molto elegante e bilanciata, con un’acidità vibrante che danza attraverso un finale lungo e persistente.

Sono state prodotte mille bottiglie numerate, ma solo 500 sono disponibili per la vendita ogni anno. Le altre verranno conservate per collezioni future, degustazioni speciali ed eventi. Per richiamare il concetto dei vini di montagna, le bottiglie sono di forma renana, chiuse con una gommalacca personalizzata con sabbia di granito e avvolte in carta sempre color granito. Nel cofanetto si trova un piccolo cassetto che contiene un sacchetto di velluto con un pezzo di granito proveniente dalla botte e un libretto che spiega l’origine e le caratteristiche del vino, insieme alle istruzioni per iscriversi al Club Granit 960 su www.granit960.it. I membri del club avranno l’opportunità di partecipare ad eventi esclusivi dedicati a loro durante l’anno.

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