VinoNews24 – Isole e Olena, storia e una nuova vigna nel cuore del Chianti Classico

Articolo pubblicato a luglio 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/47cj73eb)

Un viaggio tra i borghi di Isole e Olena, dalla visione pionieristica di Paolo De Marchi alla freschezza dei nuovi progetti sotto la guida del gruppo EPI e di Emanuele Reolon, nuovo estate director.

Nel cuore incantevole del Chianti Classico, dove il paesaggio si dipana in un susseguirsi di vigneti e oliveti, si trovano i borghi di Isole e Olena. Separati da solo un chilometro, questi due borghi sono divenuti emblemi di eccellenza enologica, grazie all’omonima azienda vitivinicola Isole e Olena.

La sua storia, intrecciata indissolubilmente con quella della famiglia De Marchi, è un affascinante viaggio attraverso il tempo, un racconto di passione, dedizione e innovazione, che l’ha portata a diventare un punto di riferimento indiscusso per la produzione di qualità della DOCG del Chianti Classico, e tra le più rinomate cantine nazionali e internazionali.

DALLA MEZZADRIA AL RINASCIMENTO DEL CHIANTI CLASSICO: LA STORIA DI UNA FAMIGLIA

Era il 1956 quando Francesco De Marchi, avvocato piemontese con una profonda passione per la terra e lungimirante visione, acquistò i due borghi di Isole e Olena, un tempo fulcro di una fiorente comunità di mezzadri dediti anche ad una rilevante produzione di vino. Sotto la sua guida, l’azienda iniziò un percorso di trasformazione, abbandonando gradualmente il sistema mezzadrile, abolito definitivamente per legge nel 1974, e abbracciando le moderne tecniche vitivinicole.

La svolta decisiva avvenne nel 1976, quando Paolo De Marchi, allora venticinquenne figlio di Francesco, prese le redini di Isole e Olena. Figura carismatica e innovatrice, protagonista indiscusso del rinascimento del Chianti Classico. La sua filosofia produttiva, basata su principi di rigore e rispetto per il territorio, si è tradotta in scelte coraggiose e lungimiranti. Tra queste, la selezione massale e clonale delle migliori viti di tutta la tenuta, la vinificazione separata delle uve, senza più mescolare quelle a bacca bianca con quelle rosse, il conseguente utilizzo di sangiovese in purezza, e la scelta di declassare il Cepparello, inizialmente a vino da tavola e poi a Igt, piuttosto che snaturarne l’identità, visto che il disciplinare vietava la produzione di un chianti classico da solo sangiovese.

Paolo De Marchi
PASSAGGIO DI TESTIMONE ALL’INSEGNA DELLA CONTINUITÀ

Per molti anni, la famiglia De Marchi ha rappresentato l’anima di questa azienda. Nel 2022, la proprietà è passata sotto il controllo del gruppo familiare indipendente EPI, guidato da Christopher Descours, già noto per aver investito in eccellenze enologiche toscane come Biondi-Santi a Montalcino. Questo passaggio ha segnato l’inizio di una nuova era, con l’ingresso di Emanuele Reolon nel ruolo di estate director. Reolon, pur apportando una ventata di freschezza e nuove idee, ha mantenuto un profondo rispetto per la tradizione e l’identità territoriale dei suoi vini, da sempre riconoscibili per eleganza e complessità.

Emanuele Reolon, Estate director Isole e Olena
320 ETTARI DI TENUTA DI CUI 220 DI BOSCO E 56 DI VIGNA

La tenuta di Isole e Olena si estende su 320 ettari, di cui 220 sono coperti da boschi e 56 sono vigneti, sul versante occidentale della denominazione. I vigneti, che si alternano ai boschi, sono situati tra i 300 e i 500 metri di altitudine. Insistono su terreni di origine pliocenica ricchi di scisto argilloso, alberese e arenaria, quest’ultima particolarmente dotata di micronutrienti che conferiscono ai vini un carattere minerale e una complessità aromatica inconfondibile. Il clima temperato, con escursioni termiche importanti tra giorno e notte, favorisce una maturazione ottimale dei grappoli.

Cuore pulsante dell’azienda è la cantina situata a Isole, dove tradizione e tecnologia si fondono armoniosamente. Qui, le uve raccolte a mano vengono vinificate con estrema cura, rispettando le caratteristiche uniche di ogni singolo vigneto. Ne risultano vini eleganti, equilibrati e longevi, espressione autentica del terroir Chiantigiano.

LA NUOVA VIGNA TERRAZZATA A OLENA

Olena, che negli anni ’50 era il centro più importante con chiesa e scuola, ha mantenuto il suo fascino grazie a costanti lavori di ristrutturazione. Ed è proprio qui che ritroviamo il più recente progetto della cantina di Barberino Val d’Elsa, ovvero una nuova vigna terrazzata.

Destinata quasi interamente alla coltivazione del sangiovese, con qualche filare di chardonnay nella parte più bassa, la vigna è stata reimpiantata su un terreno di notevole pendenza. Originariamente piantata nel 1970, è stata espiantata nel 2019 e 2020 a causa del dilavamento graduale del terreno.

Il vigneto, esposto a sud-ovest tra i 350 e i 400 metri di altitudine, è composto da galestro, arenaria e flysch, con una vena consistente di argilla blu a 4 metri di profondità. I terrazzamenti, impressionanti e spettacolari, sono stati realizzati interamente a mano con muretti a secco costruiti utilizzando sassi ricavati da una vena di roccia presente in vigna. Su una superficie di 2,5 ettari saranno piantati complessivamente cinque differenti cloni di sangiovese, inclusa una selezione massale dalla vigna originaria.

il nuovo vigneto terrazzato di 2,5 ettari a Olena pronto per essere piantato con differenti cloni di sangiovese
NOTE DI DEGUSTAZIONE

Chardonnay Collezione Privata Igt Toscana (2022, 2021, 2013, 1988)
Prodotto per la prima volta nel 1987 in sole 3mila bottiglia, a seguito dell’innesto di cloni francesi selezionati di chardonnay sulle varietà di uve bianche. Oggi sono quasi 6 gli ettari ad alta densità vitati a chardonnay su terreni misti composti da calcare, marne e galestro, ad un’altitudine tra i 350 e i 400 metri ed esposti prevalentemente a nord-est. Fermentazione in barrique di diversi passaggi, con un massimo del 30% di legno nuovo, e maturazione negli stessi, secondo la tradizione borgognotta, per un anno sui propri lieviti.

2022 – Nei riflessi verdolini anticipa la sua giovane età. Delicate note floreali si accompagnato ad un boisé ancora leggermente marcato, un fruttato molto fresco ed un agrume ben equilibrano le note burrose. Un sorso vibrante, grintoso e a tratti scalpitante fa contraltare ad una struttura imponente. Da attendere il giusto tempo per ritrovare nel calice una maggior finezza superiore.

2021 – Buona intensità olfattiva che richiama un fruttato a polpa bianca, la bacca di vaniglia e delle piacevoli sensazioni mentolate; chiude su una scorzetta di limone ed una nota iodata appena accennata. Palato molto ben bilanciato, l’eleganza e la sapidità di un sorso succoso e croccante dal finale molto persistente.

2013 – Luminoso giallo paglierino dalle brillanti screziature dorate. Frutta matura, albicocca, banana, cedro candito e fiori di zagara. Frutta secca tostata ed un burro salato nel finale. Profondità, finezza, e l’assoluta grazia dell’equilibrio tra struttura e freschezza. Dall’ottima pulizia gustativa, il finale gessoso molto lungo richiama un altro sorso.

1988 – Un calice più spento anticipa un’olfazione leggermente ossidata, che per un vino di quasi 36 anni è più che giustificabile. Le sensazioni fruttate si fanno più mature, a tratti richiamano la confettura, la dolcezza del miele, un caramello salato ed una spezia leggermente piccante. Il palato regge molto bene il trascorrere del tempo, un vino ancora vivo e gustoso. Un finale non più così persistente ma che fa della piacevolezza la sua arma più sorprendente.

Cepparello Igt Toscana (2021, 2016, 2010)
Apice qualitativo di Isole e Olena, rappresenta al meglio la ricerca di eccellenza che ha sempre caratterizzato il lavoro di Isole e Olena. Cepparello non è un cru ma è prodotto da una selezione di uve dai vigneti più belli, più assolati e ventosi della tenuta, con una preferenza per i suoli ben drenati, composti da galestro e calcare.

Un IGT creato per la prima volta nel 1980 da solo uve sangiovese. Ancora oggi come allora ne conserva la denominazione a ricordo di quel periodo storico in cui era obbligatoria l’aggiunta di altri vitigni per la produzione del Chianti Classico. Fermenta e matura 18 mesi in barrique di rovere francese nuove e usate – in rapporto di uno a due –, con un ulteriore anno di affinamento in bottiglia.

2021 – Complessità aromatica, piccoli frutti rossi, ribes e lamponi, e frutti scuri di more e amarene. Accenni di tabacco, cuoio ed un tocco boisé. Tannino asciugante e non ancora ben definito, buona acidità e ottimo finale.

2016 – Olfazione intensa, ricca. L’esplosione dei frutti rossi dolci ma ancora freschi come visciole e mirtilli. I ribes neri che si fanno sotto spirito fanno emergere note liquorose di cassis. La freschezza della macchia mediterranea, che al palato si fa balsamica e speziata, a tener su con eleganza e raffinatezza una possenza e presenza mai prevaricante. Il tannino ricama attorno al sorso una trama setosa e avvolgente. Un sorso molto lungo e coinvolgente.

2010 – Qualche screziatura granata anticipa il grande equilibrio raggiunto da questo vino. Il frutto scuro è maturo, il tabacco è da pipa, la balsamicità è della china officinale, lo speziato tra la liquirizia e lo zenzero. A chiudere una delicatissima nota di violetta ed un tocco di cioccolatino after eight, che dona uno stuzzicante ricordo mentolato. Al palato è opulente, superbo. Tannini fini e sapidi, tracce di fresca acidità per un sorso molto ben bilanciato.

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