VinoNews24 – Brut Nature 2021, il nuovo TrendoDoc di Maso Martis

Articolo pubblicato a giugno 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/yc6rwvdy)

La line-up di spumanti metodo classico della casa spumantistica trentina Maso Martis si arricchisce di un nuovo Blanc de Blancs millesimato brut nature da chardonnay in purezza.

Non è un caso che l’annata di debutto del nuovo Trentodoc non dosato di casa Maso Martis, elogio alle potenzialità dello chardonnay in purezza della rinomata maison trentina, porti la firma del 2021. Il primo ottobre 2021 segna infatti la data ufficiale del cambio generazionale per Maso Martis, da Antonio e Roberta Stelzer alle loro figlie Alessandra e Maddalena, rispettivamente classe ‘93 e ’96. Le due giovani, terza generazione degli Stelzer, sono impegnate in azienda già da diversi anni. Un passaggio di testimone graduale, con Roberta ancora attiva nelle attività di promozione e commerciali e Antonio a supervisionare vigna e cantina.

Roberta, Maddalena, Antonio e Alessandra Stelzer di Maso Martis
DALLA NASCITA DI MASO MARTIS AL TRENTO DOC

Tutto comincia negli anni ‘80 grazie a nonno Giuseppe Stelzer, un oculato imprenditore che vede un’opportunità di investimento a Martignano, prima collina a est di Trento, ai piedi del Monte Calisio, noto anche come Argentario. Nel 1982 Giuseppe acquista 12 ettari di terreni a 450 metri di altitudine, compresi di bosco e casa colonica. Questi terreni, ottimamente esposti al sole, ricchi di scheletro calcare e roccia rossa trentino, sono ideali per la viticoltura.
L’inizio è tra i più classici, con la vendita delle uve alla cantina sociale della zona. Antonio, il più giovane dei figli, aiuta soprattutto nella costruzione del vigneto.
Nel 1990, fresco di diploma all’Istituto Agrario di S. Michele, Antonio riceve in gestione l’azienda agricola, insieme a Roberta, allora solo fidanzata e non ancora moglie. Con quella sana follia dei ventenni, che permette di agire fuori dagli schemi e vedere le cose in modo differente, Antonio e Roberta decidono di intraprendere la strada più difficile: mettersi in proprio e dedicarsi quasi completamente alla spumantizzazione metodo classico.
Nasce così Maso Martis. “Maso” identifica l’edificio rurale all’interno di un accorpamento di terreno unico, come la casa che hanno ristrutturato per andare a viverci e lavorare insieme. “Martis” deriva dall’antico nome del paese di Martignano, noto dal 1600 come zona vocata alla viticoltura, come riportato in alcuni scritti di Michelangelo Mariani (1627-1671). A quel tempo, la scelta di produrre metodo classico era una sfida lungimirante ma impegnativa, poiché il Trentino non aveva ancora raggiunto quella reputazione di alta qualità di oggi.
Questo riconoscimento è arrivato anche grazie all’Istituto Trento Doc e alla creazione, nel 2007, dell’omonimo marchio territoriale Trentodoc, nato per rafforzare l’identità collettiva del prodotto, valorizzarne il legame con il territorio e promuovere il metodo classico trentino, le ormai famose “Bollicine di Montagna”.

UN VIGNETO DA 14 ETTARI PER 120MILA BOTTIGLIE

Nel 1992, Maso Martis lanciò la sua prima etichetta, curiosamente non uno spumante bensì un vino fermo bianco da chardonnay in purezza. Solo l’anno successivo, con il riconoscimento della Doc Trento, vide la luce il primo metodo classico dell’azienda: un brut non millesimato.
Oggi Maso Martis vanta 14 ettari di vigneto di proprietà, condotti secondo i principi dell’agricoltura biologica. Inoltre, circa il 30% del fabbisogno di uve proviene da piccoli coltivatori biologici delle colline circostanti.
Le vigne, situate in un accorpamento unico attorno al maso a 450 metri di altitudine, ospitano chardonnay, pinot nero e meunier di circa 40 anni. A Montevaccino, non molto lontano dal maso in località Pragrande, in un vigneto di due ettari acquistato all’inizio del 2022, si coltiva a 800 metri di altitudine il müller thurgau, utilizzato per “Al+Ma 800”, il primo vino prodotto da Alessandra e Maddalena da quando sono alla guida di Maso Martis.
La produzione annuale dell’azienda ammonta a circa 130mila bottiglie, di cui 110mila sono di metodo classico, mentre le restanti sono equamente suddivise tra chardonnay e müller thurgau fermi. Il 95% delle bottiglie viene consumato in Italia, con una quota di export ancora limitata, destinata principalmente a Europa, Giappone e Stati Uniti.
Attualmente, la collezione di Maso Martis comprende tre vini fermi, ma è la line-up di Trentodoc a brillare, con sei referenze già a catalogo. L’ultima aggiunta alla gamma è proprio il Blanc de Blancs Brut Nature 2019, un’ulteriore dimostrazione della maestria e dell’innovazione continua dell’azienda.

il vigneto di müller thurgau a 800 metri di altitudine in località Pragrande
NOTE DI DEGUSTAZIONE

Maso Martis Trentodoc Blanc de Blancs Brut Nature 2021
In casa Maso Martis, prima di produrre questa versione nature di chardonnay in purezza, hanno atteso che la vigna e le uve raggiungessero il corretto equilibrio e la giusta maturazione. Questo per esaltare al meglio le caratteristiche di freschezza e agilità di beva di uno chardonnay di collina, senza compromettere la rotondità e cremosità, e mantenendo l’incisività e verticalità del sorso grazie al dosaggio zero in sboccatura.
La vendemmia è manuale e seguita da una pressatura soffice ad acino intero. La vinificazione avviene in acciaio e permanenza sui lieviti dopo il tiraggio è di per almeno due anni. Il colore è un giallo paglierino chiaro impreziosito da luminose screziature. Si percepiscono sentori di frutta fresca e fiori bianchi, accompagnati da leggere note di pasticceria e sensazioni citrine in chiusura. Offre un sorso deciso ma disinvolto, con croccantezza, equilibrio ed eleganza, in grado di soddisfare la contemporaneità dei palati più esigenti.
Del millesimo 2021 sono state prodotto 10mila bottiglie. Per le 350 magnum è stato invece scelto il millesimo 2020.
Questo nuovo Trentodoc è strettamente legato ad alcune referenze aziendali già sul mercato da anni. Il termine “Nature” è stato scelto per distinguerlo dall’altro dosaggio zero aziendale, la riserva prodotta principalmente con pinot nero, mentre l’etichetta presenta i colori invertiti rispetto al classico Blanc de Blancs versione brut: sfondo nero con caratteri bianchi, mantenendo il classico verde del bordino.

Maso Martis Trentodoc Dosaggio Zero Riserva 2019
Composto dal 70% di pinot nero e 30 % di chardonnay, pressati dolcemente ad acino intero. Il pinot nero viene vinificato in acciaio, mentre lo chardonnay fermenta e affina in barrique per circa otto mesi prima del tiraggio. La cuvée per la presa di spuma viene creata nella primavera successiva alla vendemmia. Almeno 36 mesi la permanenza sui lieviti, con sboccatura senza l’aggiunta della liqueur d’expédition. Il bouquet è inteso, con note di fiori freschi, mele mature e frutta secca leggermente tostata. Al palato, offre un sorso fresco, minerale e deciso, che si allunga con sorprendente sapidità.

Maso Martis Trentodoc Blanc de Blancs Brut s.a.
Prodotto al 100% da uve chardonnay raccolte a mano in piccole casse. La vinificazione delle diverse particelle avviene separatamente in vasche d’acciaio. La cuvée viene preparata per la rifermentazione in bottiglia nella primavera successiva alla vendemmia. Lo spumante riposa a contatto con i lieviti per un periodo che va dai 15 ai 18 mesi, con un’aggiunta di 6 grammi di zuccheri per litro al momento dell’imbottigliamento.

Di un luminoso giallo paglierino, si presenta al naso con fragranze succose di mela pink e dolci richiami floreali che ricordano la ginestra, avvolti da sensazioni iodate. Al palato, è delicato e ben equilibrato, con una vibrante acidità che chiude in una piacevole persistenza sapida.

Maso Martis Trentodoc Rosé Extra Brut 2020
Millesimato ottenuto esclusivamente da uve pinot nero accuratamente selezionate in vigna, si distingue per pressatura soffice e il breve contatto con le bucce, che donano un brillante e caratteristico rosa tenue. L’affinamento sui lieviti si protrae per almeno tre anni, con un residuo zuccherino di soli 4 grammi/litro. Offre profumi di piccoli frutti di bosco come ribes, lamponi e fragoline, seguiti da delicati sentori floreali di petali di rosa e sfumature che richiamano la mandorla dolce e la crosta di pane. Al palato, si presenta succoso e vellutato, con un equilibrio perfetto tra freschezza acida e salinità che ne esalta la personalità. Un’esperienza gustativa che richiama l’essenza stessa delle uve di provenienza.

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