VinoNews24 – Vanedda di Cortese, il calice di catarratto, grillo e fiano con la Sicilia dentro

Articolo pubblicato a maggio 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/k8e8ndk3)

Verticale di tutte le annate (2016-2021) di Vanedda, il bianco Terre Siciliane IGP di Cortese, cantina ragusana di Vittoria, e il nuovo orange wine Insieme di Santa Tresa, l’altra azienda iblea dei fratelli trentini Stefano e Marina Girelli.

Correva l’anno 2001 quando scattò il colpo di fulmine tra i fratelli trentini Marina e Stefano Girelli, attivi da tre generazioni nel mondo del vino, e quella Sicilia descritta come “ancora selvaggia, avara di verde, con le casuzze a dado poste su sbalanchi in equilibrio improbabile”, un territorio vitivinicolo inesplorato e dalle immense prospettive, tanto da accendere in loro il sogno di farla diventare una seconda “patria enologica” e non solo.

Marina e Stefano Girelli
LO SBARCO IN SICILIA CON L’ACQUISIZIONE DI DUE CANTINE IBLEE

Un sogno che si concretizza nel 2010 con l’acquisizione di Santa Tresa, a cui si aggiunse nel 2016 Cortese, due prestigiose tenute ubicate a Vittoria, nel cuore dell’entroterra ibleo e a breve distanza dal mare. Benché distanti solo 8 chilometri l’una dall’altra, queste due realtà si distinguono profondamente per i loro terreni e varietà di vitigni.

La prima, Santa Tresa, con radici che affondano già nel 1697, si estende su una superficie di 50 ettari, di cui 39 dedicati alla coltivazione della vite, ad un’altitudine di 240 metri sul livello del mare. Tra i vitigni coltivati, spiccano nero d’Avola e frappato, oltre al grillo, piantato dopo l’acquisizione dell’azienda. Qui, le condizioni climatiche ideali ottimali hanno favorito anche la coltivazione di varietà alloctone, come il viognier. Il terreno è caratterizzato da una terra rossa che contribuisce a dettare carattere e personalità ai vini, con uno strato sabbioso ricco di minerali a ricoprire una roccia calcarea, proveniente da antichi fondali marini, che si spinge fino a due metri sotto il suolo, sopra un substrato argilloso che garantisce una riserva idrica naturale.

Cortese, estesa su 14 ettari, rappresenta una realtà storica di dimensioni più contenute, da sempre condotta in regime biologico e ricca di biodiversità, con un patrimonio di vitigni tanto vario quanto in perfetto equilibrio con il territorio circostante. I suoli di questa tenuta sono caratterizzati da un buon contenuto di scheletro e argilla, ricchi di minerali, che poggiano su una roccia sedimentaria estremamente dura, la calcarenite, caratterizzata da una certa fragilità radicale.

i vigneti a Vittoria dell’azienda agricola Cortese
OLTRE IL MERO CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ

Stefano Girelli affronta la questione della natura con una visione innata, considerandola un aspetto fondamentale della viticoltura. Per lui, la sostenibilità agricola non è semplicemente una pratica virtuosa, ma una necessità imprescindibile per la sopravvivenza stessa del territorio, specialmente in Sicilia, dove l’acqua è un elemento imprescindibile. In questo contesto, la viticoltura non può prosperare senza un adeguato approvvigionamento idrico. Solo superando i limiti delle certificazioni e delle normative, e trasformando il concetto di biologico in un autentico stile di vita e modus operandi, è possibile conservare l’essenza autentica che si riflette nel calice, e consentire alla vigna di esprimersi in tutta la sua genuinità, dopo che per anni agricoltori e viticultori con le loro azioni hanno “sterilizzato” terreni con un incredibile potenziale agricolo e vinicolo.

Girelli è convinto che, oltre a un ritorno alle pratiche tradizionali di vinificazione, sia essenziale integrare tali approcci con l’impiego consapevole delle moderne tecnologie, che consentano di eliminare ogni incertezza facendo emergere in modo ottimale le sfumature di ogni terroir.

NON SOLO PAROLE, MA PROGETTI CONCRETI

Convinzioni che non rimangono solo sulla carta, ma si traducono in progetti tangibili. Da diversi anni, le aziende dei fratelli Girelli hanno abbandonato l’uso delle falde acquifere, ormai inquinate dall’acqua marina, optando invece per il recupero delle acque piovane attraverso un sistema di raccolta e convogliamento lungo 8 chilometri, integrato anche da soluzioni naturali di fitodepurazione. Addirittura, l’acqua piovana viene raccolta direttamente nei piazzali delle cantine. Il prossimo obiettivo è completare la transizione verso un’energia completamente sostenibile, puntando all’indipendenza energetica attraverso l’impiego di pannelli solari.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Cortese – Vanedda Bianco Terre Siciliane IGP Biologico

Vanedda, il cui nome evoca le pittoresche stradine di campagna in siciliano, rappresenta il bianco di punta prodotto da Cortese. Si tratta di un raffinato blend da uve di cataratto lucido, grillo e fiano, allevate in prossimità del mare. Dopo una scrupolosa raccolta manuale, le uve fanno un passaggio in ambiente refrigerato per abbassarne la temperatura, seguito da una delicata diraspatura. La fermentazione avviene sulle bucce per almeno due giorni in botti di rovere di grandi dimensioni, successivamente il vino riposa sui lieviti fini di fermentazione per almeno sette mesi, per poi affinare ulteriormente in bottiglia per sei mesi

Le sei annate degustate presentano naturalmente delle differenze, influenzate non solo dalle condizioni climatiche ma anche da altri fattori. Tuttavia, emergono caratteristiche comuni che conferiscono a Vanedda la sua identità distintiva: un intenso colore giallo oro, risultato del contatto con le bucce e dell’invecchiamento in botte, un bouquet aromatico ampio, un palato elegante e ricco, un’acidità equilibrata e ben integrata, e una persistenza gustativa che si prolunga piacevolmente nel tempo.

Vanedda 2021: caratterizzata da un inverno piovoso in Sicilia seguito da escursioni termiche estive favorevoli, questa annata ha subito un inusuale caldo ad agosto. La vendemmia delle tre uve a bacca bianca che compongono la cuvée si è protratta da fine agosto a metà settembre. Aromaticamente è ancora poco espressivo, con note di frutta tropicale che non esprimono appieno una complessità e ricchezza già riscontrabile al palato. La sua sfacciata freschezza citrina accompagna un sorso in cerca di quell’equilibrio che arriverà col tempo.

Vanedda 2020: un inverno mite con poche precipitazioni seguito da un’estate calda, ma meno intensa rispetto al 2021, ha conferito maggiore finezza ed eleganza al Vanedda. In bocca si presenta teso e minerale, con una struttura equilibrata, freschezza ed un finale lungo, persistente e raffinato, che lo rendono tra i più interessanti della serie.

Vanedda 2019: condizioni climatiche non ideali hanno determinato una riduzione della produzione e una maturazione ritardata, con la vendemmia posticipata di alcune settimane. Un millesimo dall’olfazione discreta e fine che rimanda a freschi sentori agrumati e piacevoli note di erbe officinali. Dotato di concentrazione e di una ricchezza che non stanca, fa di tensione, freschezza e sapidità i suoi punti di forza. Con il tempo, emerge una mineralità che contribuisce alla sua longevità e complessità.

Vanedda 2018: l’apporto idrico abbondante in primavera seguito da piogge fino a luglio ha creato alcuni problemi fitosanitari. Aromaticamente molto simile alla 2019, con una leggera riduzione che non compromette la sua piacevolezza. Il sorso, seppur meno agile e vibrante, presenta un finale che richiama note di salvia ed eucalipto, che lascia proprio un bel ricordo.

Vanedda 2017: annata tendenzialmente siccitosa con temperature elevate durante la vendemmia, che seppur leggermente anticipata ha conferito concentrazione e grande complessità al vino. Nel calice emergono note di arancia candita, frutta secca, spezie e burro. Quest’ultima sensazione la ritroviamo al palato, così cremoso, che sembra come se la fermentazione malolattica fosse svolta.

Vanedda 2016: figlio di un’annata leggermente tardiva ma molto equilibrata, di presenta molto fresco con note di frutta disidratata, albicocca candita su un sottofondo di fiori d’arancio e spezie mediterranee. Ottima tensione acida, una scia sapida in grado di allungare un sorso molto persistente ed una accattivante tannicità, appena percettibile, lo rendono molto suadente.

Santa Tresa – Insieme 2022 Orange Terre Siciliane IGP
Ottenuto da 80% inzolia e 20% zibibbo, vinificati separatamente e a contatto con le bucce. Per l’inzolia questo contatto dura tra le due e le tre settimane, mentre lo zibibbo si prolunga per ulteriori 20 giorni. Dopo la fermentazione, le due masse vengono assemblate e lasciate a riposare sulle loro fecce fini per altri tre mesi prima dell’imbottigliamento.

Un vino la cui sfida è quella di evitare qualsiasi nota di ossidazione che potrebbe compromettere la finezza e la spinta aromatica dello zibibbo, da cui emergono chiaramente le sensazioni agrumate di pompelmo e limone, accompagnate da note speziate e balsamiche di pepe e menta, o mettere in second’ordine l’eccellente corpo e struttura dell’inzolia, con la sua elegante trama tannica sostenuta da una piacevole acidità che conferisce freschezza al sorso.

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