VinoNews24 – Cavazza, identità intrigante fatta di territorio

Articolo pubblicato a marzo 2024 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/yzbrwxy5)

Cavazza, storica cantina vicentina proiettata nel futuro, evolve nell’identità senza dimenticare quanto fatto dalla generazioni precedenti.

Quasi un secolo di storia, agricola e vitivinicola, quattro generazioni fortemente radicate alle proprie origini, al sapere contadino, al legame indissolubile con la terra, a voler far bene le cose sempre e nel rispetto di tutti, due territori, il Gambellara e i Colli Berici, fuori dalle classiche rotte enoiche, l’indipendenza dalla vigna alla bottiglia ed un percorso evolutivo che passa anche attraverso una nuova brand identity. Questo e non solo è Cavazza.

QUATTRO GENERAZIONI DI VIGNAIOLI DAL 1928

La cantina Cavazza nasce nel 1928 da una famiglia di agricoltori. Il capostipite, Giovanni Cavazza, da Montecchia di Crosara nel veronese si trasferisce a Selva, una frazione di Montebello Vicentino – ancora oggi sede dell’azienda – con sua moglie Augusta e i 4 figli, Pietro, Domenico, Augusto e Angelina, un cavallo ed un carretto carico di speranze, quello di una vita migliore. Anni difficili, di miseria e traversie. Solo l’agricoltura come sostentamento, oltre ad alcune viti e qualche animale. Angelina muore giovane, Augusto si ammala di poliomielite, così che Pietro e Domenico iniziano a prendersi cura dell’azienda. La guerra li porta lontano, Giovanni viene a mancare nel 1943, di conseguenze sono le rispettive mogli, Aida e Agnese, a farsi parte attiva nella conduzione.

Per fortuna i due fratelli riescono a tornare, seppur segnati da anni di guerra e prigionia. Negli anni Cinquanta viene eliminata la stalla e il fienile, si specializzano nella produzione di vini bianchi iniziando ad acquistare qualche nuovo terreno mentre altri li prendono in affitto. Con l’ingresso in azienda della terza generazione, Giovanni Luigi (figli di Domenico), Giancarlo e Francesco (figli di Pietro), si pongono le basi della Cavazza così come la conosciamo oggi. È del 1987 l’inizio dell’avventura oltre i confini di Gambellara, con l’acquisizione di Tenuta La Cicogna sui Colli Berici per la produzione di vini rossi.

la terza generazione Cavazza: Giancarlo e Francesco (figli di Pietro), Giovanni e Luigi (figli di Domenico)
CUSTODI DELLA DIVERSITÀ E MANIFESTO DELLA VITICOLTURA SOSTENIBILE

Oggi in azienda guidano i quattro cugini Cavazza, quarta generazione della famiglia: Elisa (mercato estero), Stefano (mercato Italia), Mattia (area enologica) e Andrea figlio di Francesco (amministrazione). E l’impegno per il territorio lo portano avanti ogni giorno con le loro scelte responsabili e consapevoli nel rispetto della diversità, e quindi, dell’identità dei terreni che si riflette nella produzione dei loro vini.

Azioni e risultati concreti come la certificazione SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata), l’autosufficienza energetica per il tramite di un impianto fotovoltaico dalla potenza di picco di 160 kilowatt, la redazione di un proprio e personalissimo manifesto della viticoltura sostenibile, con precise caratteristiche di coltivazione grazie alla completa e indipendente gestione della vigna: la coltivazione non intensiva nei vigneti, intervallati da oliveti, alberi da frutto e bosco; la fertilità dei suoli naturalmente mantenuta grazie al sovescio, che prevede il riposo di alcuni vigneti per anni nel rispetto della rotazione colturale e la presenza di erbe spontanee che arricchiscono di nutrienti la terra; la salvaguardia delle vigne storiche; il risparmio idrico attraverso un sistema di micro irrigazione per una minore dispersione d’acqua; la realizzazione ai bordi dei vigneti di fasce di vegetazione arboreo-arbustiva tipiche della flora mediterranea e locale con piante come quercia, leccio e frassino.

la quarta generazione: i quattro cugini Elisa, Stefano, Andrea e Mattia Cavazza
NUMERI, PRODUZIONE E WINE COLLECTION

145 ettari di proprietà suddivisi equamente tra le denominazioni Gambellara, principalmente a garganega e durella, e Colli Berici, dove trovano dimora cabernet sauvignon, merlot, tocai rosso e syrah.

Una produzione annua di circa 600mila bottiglie, per una gamma prodotti composta dalle quattro etichette della linea Tenuta Cicogna, frutto di un progetto di viticoltura volto alla ricerca della qualità, che da oltre 30 anni valorizza il terroir dei Colli Berici; dai cinque cru della linea selezioni (sia a Gambellara che sui Colli Berici); cinque referenze da monovarietali della linea classica; oltre a sei bollicine, frizzanti e spumanti, tra i quali un Lessini Durello, e tre vini passiti prodotti ancora con gli antichi metodi di appassimento.

Importante la quota di prosecco venduto in cisterne, che assicura parte di quello zoccolo duro di fatturato volto a sostenere economicamente le 40 famiglie che ruotano intorno all’azienda ed i nuovi progetti.

LA NUOVA IDENTITÀ VISIVA DI CAVAZZA

Un nuovo look riflesso di un’evoluzione identitaria, una rebranding che non solo coinvolge il logo, la nuova veste grafica delle etichette o il packaging ma che è fatta anche di contenuti, di nuovi canali di comunicazione che puntano ad un’identità visiva più contemporanea, più incisiva, attraverso un suo forte rinnovamento. Una nuova brand identity molto bene raccontata in Cavazza, una strategia comunicativa orientata sì al futuro e al far conoscere il rinnovamento e dinamismo di questa realtà vitivinicola, ma che si ispira, come doveroso ringraziamento, a tutto quello fatto in passato dalle generazioni precedenti, in linea con i valori aziendali che si sono mantenuti costanti nel tempo e validi ancora oggi.

Un progetto di rebranding che va un po’ oltre i confini aziendali, oltre i cancelli della loro realtà. C’è una dinamica di territorio in questo progetto, non tanto perché si parla del vino che, come ovvio che sia, è legato al territorio, ma perché dà respiro, da spazio alle terre di Gambellara e Colli Berici. Forte delle quasi cento vendemmie, Cavazza ha tratto il logo da un vecchio stemma di famiglia che era presente sia sulla facciata della cantina, sia su delle vecchissime etichette.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Durello Millesimato Brut Lessini Durello Doc 2022
Da uve durella allevate sui suoli vulcanici dei Monti Lessini. Seppur prodotto con metodo charmat breve (3 mesi di permanenza sui lieviti in autoclave) esprime molto chiaramente il suo carattere minerale e sapido. Bouquet agrumato e delicate sensazioni, appena accennate, di idrocarburo. Vena acida ben presente, struttura e persistenza nella media.

Bocara Gambellara Classico Doc 2022
Il vino del cuore della famiglia Cavazza, quello che meglio rappresenta la cantina. Una garganega in purezza che prende il nome dalla collina dei primi vigneti, la vigna di casa, lì dove la storia vitivinicola dei Cavazza è iniziata. Fermenta in acciaio e matura in cemento per circa quattro mesi. Si presenta con discrezione, è sottile, apre subito su un tocco minerale, a seguire dei fiori di gelsomino e un fruttato bianco e dolce che richiama una pera kaiser. Palato fresco, armonico, rotondo, anche grazie ad un piccolo residuo zuccherino di 3,5 grammi/litro. Una buona sapidità allunga il sorso che chiude su piacevoli note tropicali.

Corallo Tai Rosso Colli Berici Doc 2020
Tai rosso da un cru di un solo ettaro. Deve il nome al suolo calcareo-argilloso dei Colli Berici formato da depositi di origine marina. Macera per 15 giorni sulle bucce, matura sei mesi in barrique di secondo e terzo passaggio, sei mesi in vasche di cemento e due anni in bottiglia prima della commercializzazione. Rosso rubino impreziosito da luminose scie violacee. Intensi profumi di viole e spezie caratterizzano l’olfazione. Il sorso è il mix perfetto tra l’aromaticità dei piccoli frutti di bosco (more, mirtilli), la finezza del tannino e la piacevolezza di beva. Equilibrio puro che durerà nel tempo.

Merlot Cicogna Colli Berici Doc 2018
Cicogna è un nome topografico che trae origine dall’omonima località situata sui Colli Berici, nel comune di Alonte. Qui il vigneto di merlot si spinge fin quasi a 200 metri di altitudine. La vinificazione ricalca lo stile Cavazza sui vini rossi: due settimane di macerazione, maturazione in barrique per un anno (30% di legni nuovi), 12 mesi in cemento ed un po’ di riposo in bottiglia prima di essere immesso sul mercato. Un prezioso e intenso rubino alla vista. Sontuoso il suo bouquet, la marasca sotto spirito, un boisé leggermente accennato ed un tocco di china. Il sorso è elegante, aristocratico, dinamico, con un raffinato tannino che richiama la carezza del velluto. Persistenza e beva di ottima fattura.

Capitel Recioto di Gambellara Classico Docg 2020
Nel nome l’omaggio al capitello votivo posto nei pressi del vigneto dal quale si produce questo vino. Per l’appassimento i grappoli di garganega vengono appesi al soffitto di un fruttaio, per poi venir torchiati a fine gennaio. Se l’appassimento si protrae fino alla Settimana Santa si produce invece il Vin Santo di Gambellara DOC, con una concentrazione di zuccheri molto maggiore. Sia la fermentazione che l’affinamento (un anno) avviene in barrique borgognone sulle proprie fecce nobili. Il residuo zuccherino abbastanza importante, 170 grammi/litro, è molto ben bilanciato da alti valori di acidità, il che rende fluida ed appagante la sua beva.

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