Vinonews24 – Montalbera, non solo ruchè tra Monferrato e Langa
Articolo pubblicato ad giugno 2023 su Vinonews24.it (https://tinyurl.com/yhm7yu95)
Un sorso nuovo del Monferrato (e non solo ruchè) con la degustazione delle nuove annate di Montalbera, la tenuta della famiglia Morando nei due territori principe del Piemonte.
Grignolino, barbera e innanzitutto ruchè sono i vitigni del cuore di Franco Morando dell’azienda vitivinicola Montalbera, terza generazione di una famiglia che agli inizi degli anni ottanta al comparto del pet food ha affiancato quello del vino, investendo, e continuando a farlo, tra Monferrato e Langa.
Si deve anche alla famiglia Morando il rilancio sia della denominazione Grignolino d’Asti Doc con vinificazioni sperimentali e innovative come il “progetto Anfora” sia della Barbera d’Asti Docg grazie anche ad una barricaia (in parte sperimentale) plasmata in collaborazione con maestri bottai di chiara fama e col tempo indirizzata all’uso di soli legni di origine francese.
L’INDISSOLUBILE LEGAME TRA MONTALBERA E RUCHÈ
Tuttavia, il nome di Montalbera è legato principalmente e indissolubilmente al ruchè e alla sua storia, non solo perché produce oltre il 60% del Ruchè di Castagnole Monferrato Docg presente sul mercato, grazie ai 65 ettari dedicati al vitigno, ma soprattutto perché Montalbera è l’azienda che ha sempre creduto nel potenziale e nell’unicità di questo antico vitigno dalle origini incerte e dal sapore inconfondibile.
L’idea di Morando è quella di utilizzare la scienza per scoprire proprio l’essenza del ruchè, un vitigno che in passato spesso si mescolava ad altre varietà, rendendo difficile la sua individuazione. Ma la passione per il vino e la voglia di fare sempre meglio hanno spinto la sua azienda a investire in una ricerca ambiziosa con l’obiettivo di tracciare la patente genetica del ruchè.
I risultati hanno rivelato che il ruchè possiede un assetto genetico caratteristico e distintivo rispetto alle altre varietà presenti in zona. Le stesse analisi hanno fatto in modo di riuscire a distinguere i mosti e i vini derivanti esclusivamente da uve ruchè da quelli vinificati insieme ad altri vitigni, come barbera, brachetto e grignolino, collocandolo tra quei varietali autoctoni che meglio rappresenta il proprio territorio di origine.
LA TENUTA E I SUOI TERRITORI
Montalbera è costituita da due cantine. Quella situata a Castagnole Monferrato, in provincia di Asti, funge da centro per la vinificazione e l’affinamento dei vini. I vigneti sono a corpo circolare e si estendono su una superficie di ben 110 ettari. Inoltre, altri 35 ettari sono dedicati alla coltivazione della pregiata nocciola Tonda Gentile Le viti presenti in quest’areale variano in età dai 7 ai 30 anni ed il sistema di allevamento adottato è il guyot basso. Tutte le operazioni in vigna sono svolte manualmente, a testimonianza dell’attenzione particolare alla cura e salubrità delle uve. Per quanto riguarda il ruchè, le vigne si estendono fino a un’altitudine di 320 metri, offrendo condizioni climatiche uniche rispetto alle zone più tradizionali.
La seconda cantina, ubicata a Castiglione Tinella, nelle Langhe, appartiene alla famiglia da sei generazioni ed è la casa natale del capostipite, il Cavaliere Enrico Riccardo Morando. 15 ettari, sempre in un unico accorpamento, ad un’altitudine superiore ai 400 metri per gli appezzamenti dedicati al moscato, e che raggiunge i 450 metri per i vigneti di chardonnay e viognier.
Il terroir di Castagnole Monferrato si caratterizza per la presenza di un suolo argilloso, terroso e poco calcareo, ma straordinariamente limoso, laddove quello di Castiglione Tinella presenta un suolo tufaceo e ricco di calcare.
LA PRODUZIONE DI VINO
700mila bottiglie annue di vino prodotte, suddivise tra linea classica, selezione, bollicine (sia metodo martinotti che metodo classico) e dolci, con il classico Moscato d’Asti Docg ed un quasi più unico che raro vino da uve stramature di ruchè. In totale 21 referenze, a cui aggiungere una grappa di ruchè e una birra IGA, italian grape ale, ad alta fermentazione. Il mercato estero ha un peso di quasi il 40% sui ricavi aziendali, con Stati Uniti, Germania e Svizzera come principali paesi di riferimento.
I basic della filosofia produttiva di Montalbera si possono riassumere in rigore e precisione stilistica, ma anche interpretazione enologica e identità di un territorio. Un approccio che pone il vino al centro, esaltando sia le peculiarità dei vitigni che dei singoli vigneti, interpretandone le caratteristiche uniche e declinandole in modi diversi, dalle fermentazioni in acciaio con lieviti autoctoni selezionati dai propri vigneti, al prolungato affinamento in barriques, tonneaux e grandi botti di rovere francese, dalla sur-maturazione all’appassimento, al fine di valorizzare al massimo la personalità di ogni singola varietà.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
120+1 Spumante Metodo Classico Pas Dosé SA
Pinot nero in purezza pressato soffice e vinificato in bianco in acciaio. Un blanc de noirs in edizione limitata figlio di un’annata 2011 (millesimo non rivendicato in etichetta) molto fresca. I 120 mesi sui lieviti hanno sì donato intensità, complessità e cremosità ma non intaccando freschezza, finezza e profondità. Il +1 nel nome rappresentava la giornata dedicata alla scelta della liqueur d’expédition, ma all’assaggio, proprio per l’eleganza, la sua grande verticalità e profondità, la sua piacevole acidità e persistente sapidità, è risultato così buono “al naturale” che è stato colmato solo con il vino della stessa cuvée. Le note un po’ tostate di panetteria sono dovute solo al riposo sui lieviti, nessun affinamento in legno, un pinot nero dell’Alta Langa che dà il meglio di sé sui lunghi affinamenti con una bella struttura che accompagna molto bene il trascorrere del tempo.
Calypsos Piemonte Doc Viognier 2020
Da un’annata non considerata così grande in Monferrato, colpita da gelate e da piogge, un viognier vinificato in purezza e solo in acciaio che si è dimostrato molto resiliente rispetto a queste particolari condizioni climatiche. Il viognier rappresenta un po’ la scommessa della famiglia Morando, e negli ultimi tempi è stato preferito allo chardonnay che stava dando troppi problemi di flavescenza. L’azienda ha così guardato altrove, cercando qualcosa di diverso, una novità per l’epoca visto che questo vitigno semi aromatico non era così diffuso in Piemonte. Molto espressivo da giovane con i suoi sentori fruttati e floreali, può dare belle soddisfazioni anche col trascorrere del tempo, quando perde i suoi profumi primari di fermentazione e lascia spazio alla nobiltà del vitigno, sviluppando sentori di idrocarburi, nuance fumé, mineralità e una salinità a tratti salmastra. Allevato in due vigneti, quello a Castagnole lo caratterizza per potenza, concentrazione di frutto, tocco vegetale e salinità, mentre quello di Castiglione, posto ad un’altitudine quasi doppia, introduce nel blend acidità e freschezza.
Laccento Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2021
Ruchè 100% con raccolta delle uve rigorosamente a mano in due precisi momenti, una parte, circa l’80%, è vendemmiata a maturazione fenolica ottimale, mentre il restante 20% subisce una sur-maturazione in pianta di circa un mese. Vinificazione e affinamento solo in acciaio. Prodotto dal 2006, è l’etichetta più rappresentativa della cantina e quanto di più fedele alla tradizione di Montalbera. Nel calice spicca per il suo deciso rosso rubino dalle luminose screziature violacee. Intenso e persistente nei suoi profumi floreali di rose e di viole, che sapientemente giocano con le note speziate. Setoso, rotondo e caldo, dai tannini naturalmente morbidi. È un vino giovane, d’annata, ma che va aspettato almeno fino all’arrivo del caldo dell’estate successiva alla vendemmia per esaltare al meglio gli aromi propri del ruchè.
Limpronta Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG Riserva 2020
Nato con la vendemmia 2008, rappresenta l’apice della piramide qualitativa di Montalbera. Dal 2019, oltre a potersi fregiare del titolo riserva, è il primo ruchè di Montalbera non in purezza, grazie all’introduzione della barbera che dona quella spalla che mancava. Sin dalla sua prima annata l’obiettivo è quello di produrre un vino rosso importante. Un ruchè che potesse sfidare il tempo anche grazie all’affinamento in legno, che lavori su tannini e struttura ma senza stravolgere l’anima del vitigno. Le prime produzioni non furono convincenti, ci vollero circa una decina d’anni e un grande lavoro sull’uso del legno per arrivare ai risultati di oggi, ovvero un’interpretazione del ruchè da grande vino rosso piemontese ma ben riconoscibile. Quindi tostature leggere dei legni simili a quelle utilizzate per l’affinamento dei vini bianchi, uso di tonneaux molto usati (anche 10 anni), botti grandi in rovere di Slavonia e poche barrique ma mai nuove, oltre, come anticipato, all’introduzione nel taglio durante la vinificazione del 10% di barbera per quel tocco di acidità e freschezza in più che serve al ruchè soprattutto nelle annate calde. Attualmente trascorre 14 mesi in legno ed almeno un anno di ulteriore riposo in bottiglia. Alla vista è evidente quanto quel rosso rubino tendi sempre più al granato, quei ricordi floreali e sentori di frutti di bosco virano in evolute spezie orientali, con una nota di pepe di Sichuan che ne monopolizza la chiusura. Il sorso è pieno, ricco, di grande persistenza e avvolgenza, oltre ad una spiccata freschezza ed una trama tannica ben integrata.
La mia Nuda Barbera d’Asti DOCG Superiore 2019
Progetto nato nel 2012, da un cru di barbera, la Vigna del Notaio, così chiamata perché di fronte alla vigna in una cappella dedicata a Don Bosco c’è un piccolo busto del notaio proprietario dell’azienda fino al 1980. Vinificazione tradizionale di circa 15 giorni in acciaio, malolattica in acciaio ed elevazione in barrique di media tostatura, principalmente nuove, per almeno 18 mesi. Il termine nuda si riferisce al fatto di voler imbottigliare un vino così come è, direttamente dalle barrique senza nessuna chiarifica e filtrazione. Prodotto solo nelle migliori annate, quindi non vinificato nel 2014 e nel 2017. Vestito di rubino intenso dalle sfumature granate, è intenso e potente con i suoi aromi di ribes e cassis maturi, i ricordi di prugne secche sotto spirito si alternano a sentori di tabacco, cuoio e spezie. In bocca è pieno e caldo, molto ben bilanciato da una vibrante freschezza e da una trama tannica ben presente e definita. Ottima la persistenza aromatica, piacevolmente rinfrescante il suo finale.
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