PDV – WineSummer Hits #10 – CASA BELFI, ANFORA VINO FRIZZANTE BIANCO
Articolo pubblicato a luglio 2021 su IlProfumoDellaDolceVita.com (https://bit.ly/417wZp6)
Chiudiamo questa seconda settimana di WineSummerHits, l’appuntamento quotidiano de Il Profumo della Dolce Vita con i consigli sui vini per l’estate, raccontandovi la storia di un enologo, classe 1977, che ama definirsi “contadino” e che ha sperimentato sulla propria pelle i danni di un approccio “non naturale” nella coltivazione della vigne.
Stiamo parlando di Maurizio Donadi di Casa Belfi, azienda vitivinicola biologica che si ispira ai principi della biodinamica, ubicata a San Polo di Piave, nella Marca Trevigiana, nata da un incontro fortuito e fortunato con un altro appassionato vignaiolo, Albino Armani. Insieme condividono una filosofia di vita (e di vite!) che si ispira ai principii steineriani in quanto a rispetto della natura, del suo territorio e delle tradizioni.
Dopo gli studi all’Istituto enologico di Conegliano, proseguiti poi all’Università di Padova, Maurizio inizia a lavorare nelle terre dove è nato e cresciuto. All’inizio il suo era un approccio convenzionale, sia in vigneto sia in cantina, ma col passare del tempo sentiva che c’era qualcosa che non andava. La sera, quando tornava a casa dopo ogni trattamento in campagna, era stanco, stava spesso male, febbre, palpitazioni, un malessere generalizzato che col passare del tempo peggiorava.
Si rese conto che la causa di tutto ciò erano i diserbanti, i pesticidi, i concimi e i prodotti di sintesi che utilizzava. Così un giorno ha detto basta a tutto questo, dalle sue vigne ha bandito completamente certi tipi di prodotti, e con gli studi ha abbracciato una coltivazione delle uve e di produzione dei vini che si ispira alla viticoltura biodinamica di Rudolf Steiner.
Oggi Maurizio nutre la terra dei suoi 12 ettari vitati solo con decotti, infusi e tisane a base di ortica, equiseto, silice e camomilla, e la rende fertile grazie al corno letame. Per difenderla utilizza solo zolfo, rame e prodotti a base di microorganismi utili a contrastare i parassiti. Inoltre tra i filari ha installato una trentina di arpe eoliche (o arpe a vento), tutte accordate sulla stessa nota, in modo che le piante percepiscano le vibrazioni armoniche, con un’influenza positiva sul loro equilibrio fisiologico, così come accade anche ai visitatori che passeggiano nei vigneti di Casa Belfi.
È stato un percorso lungo e faticoso, culminato nel 2016 con la certificazione Demeter per la sua produzione biodinamica, uno dei pochi produttori di prosecco di pianura ad averla ottenuta.
Da vero e convinto fautore del ritorno alla tradizioni del territorio e del suo rispetto, non è un caso che Maurizio si sia dedicato con grande amore e passione al prosecco col fondo, ovvero a quel vino che un tempo era il vanto delle famiglie contadine del trevigiano, quello delle occasioni importanti, delle festività, prodotto solo con le uve migliori e mature, che fermentavano grazie a un pied de cuve della stessa uva ma leggermente surmatura. Il freddo a bloccare la fermentazione, l’affinamento in legno per dare maggiore complessità e la rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti (“sur lie” per i francesi) senza sboccatura, per un vino naturalmente torbido con il suo classico residuo sul fondo.
Inoltre, alcuni suoi vini prodotti da uve a bacca bianca, sono vinificati come dei rossi, cioè attraverso una macerazione più o meno lunga del mosto a contatto con le bucce. A volte così prolungata da assumere un colore arancione dorato con tendenze all’ambra, altra antica tradizione vinicola i cui vini son chiamati dagli anglosassoni Orange Wines. Per di più, oltre che per il colore, tendono di più ai vini rossi sia per l’intensità tannica, sia per la complessità aromatica, che per la struttura e spesso per la longevità.
Per approfondire la conoscenza della storia di Maurizio vi consigliamo di leggere un libro, in forma di romanzo, scritto a quattro mani insieme a Carlo Brusadin ed edito da Antilia. MAi DOmo il titolo che gioca con le sillabi iniziali del suo nome e cognome, e che ci racconta proprio del suo percorso, dagli inizi ad oggi, di come negli anni è cambiata la sua visione, del recupero delle tradizioni vitivinicole trevigiane e di quando si è innamorato del suo progetto, perché per lui “Innamorarsi significa seguire il cuore, che non tradisce mai!”
E sempre rimanendo in tema di amore, insieme all’inseparabile moglie Fabiola, si sono lanciati in una nuova avventura agricola e vitivinicola, Casera Frontin, una piccola vigna immersa nel verde dei boschi bellunesi a Frontin di Trichiana, frazione del nuovo comune sparso Borgo Valbelluna.
Qui si stanno dedicando ai vitigni resistenti (i cosiddetti piwi) Johanniter, Bronner, e Solaris, dai quali producono insieme ad una piccolissima parte di Pinot Grigio di montagna, uno spumante Brut Nature, sempre seguendo i dettami della biodinamica basati su metodi di vinificazione naturale, semplici e rispettosi del tempo.
ANFORA VINO BIANCO FRIZZANTE
Vino bianco frizzante da uva Glera in purezza vinificato in anfore di terracotta da 40 ettolitri con macerazione sulle bucce per una settimana. Affina in anfore più piccole di varie dimensioni per circa 7/8 mesi fino all’imbottigliamento nella primavera successiva, seguendo il calendario lunare di Maria Thun. Nessuna filtrazione né chiarifica né aggiunta di solfiti per la rifermentazione che avviene solo in bottiglia Magnum.
Come definito dallo stesso Maurizio questo vino è un S.O.W., termine coniato insieme al suo grande amico e produttore abruzzese, Max D’Addario, ovvero uno sparkling orange wine, visto che mette insieme i due antichi metodi di vinificazione raccontati prima. Un vino che può essere degustato limpido durante gli aperitivi, mentre, per accompagnare un pranzo, meglio agitarlo per portare i lieviti in sospensione, in modo da imprimergli una nota più morbida e grassosa.
Alla vista si presenta di un colore giallo molto carico, con dei brillanti riflessi dorati che illuminano un’effervescenza molto fine e delicata. L’olfazione è intensa, ricca, profumi floreali si alternano a sensazioni agrumate di pompelmo, una freschezza minerale vivacizza i sentori di lievito, il finale è leggermente speziato. Al palato è saporito, vibrante, sapido con un corpo ben bilanciato. I lieviti presenti nel fondo donano a questo vino una buona longevità e una grande morbidezza.
Per gustarlo al meglio servire ad un temperatura di 10° – 12°C. Si consiglia di berlo in un in calice per vini bianchi di media ampiezza. Ottimo da bere subito. 3/4 anni il potenziale di affinamento.
ALBINOARMANI.COM
Crediti Fotografici: Cantina Vini Armani A. srl; Maurizio Donadi; Antonio Cimmino
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