James Magazine – Venturini Baldini. Lo Chateau tra le Terre di Canossa
Articolo pubblicato a luglio 2020 su JamesMagazine.it (https://bit.ly/34YNGcf)
Una cantina, un relais appena ristrutturato, una villa del XVI secolo (Villa Manadori) e un’acetaia del ‘700 tra le più antiche della provincia di Reggio Emilia, questa è Venturini Baldini, tenuta nata su quelle colline che quasi mille anni fa appartenevano a colei che fu Vice Regina d’Italia, ovvero la Contessa Matilde di Canossa.
Precisamente ci troviamo a Quattro Castella (RE) ed era il 1976 quando Carlo Venturini e Beatrice Baldini trasformarono la tenuta, di cui porta ancora i nomi, in un’azienda vitivinicola. Il passaggio della proprietà, nel 2015, alla famiglia Prestia, Julia e Giuseppe, dà un nuovo slancio all’azienda con un progetto alquanto ambizioso: far diventare l’Emilia un riferimento per le “bollicine” di qualità valorizzando sempre più il territorio e il suo vino più rinomato, il Lambrusco.
Centotrenta ettari, di cui 32 vitati, che si estendono su una zona collinare ad una altezza tra 300 e i 400 metri sopra il livello del mare, lambendo i confini del Parco Naturalistico di Roncolo. Tra le prime cantine emiliane ad ottenere la Certificazione Biologica, tra i primi produttori di lambrusco spumante, utilizzo di tecnologie in cantina da oltre 40 anni ma ancora raccolta manuale in vigna, rese per ettaro in media sugli 80 quintali contro anche ai 300 di alcuni viticultori della zona.
20 sono gli ettari dedicati al Lambrusco (Sorbara, Grasparossa, Salamino, Marani, Maestri, Montericco), di cui 2 per il Malbo Gentile. I restanti sono coltivati con gli internazionali Pinot Nero e Chardonnay, oltre ad una piccola parcella riservata alla Malvasia di Candia Aromatica.
L’enologo è Denny Bini, da sempre alla corte di Venturini Baldini, un “giovane ragazzo” con oltre venti vendemmie alle spalle, uno di quelli che la Rivoluzione del Lambrusco la fa producendo uve di ottima qualità che siano legate al territorio sia per tipicità sia nel rispetto di esso, fermamente convinto che l’Emilia non può far a meno del Lambrusco lavorato nel modo più naturale possibile.
A supportarlo c’è Carlo Ferrini, che dopo anni trascorsi tra vigne di Sangiovese, Carmenère, Cabernet, Merlot e Nerello Mascalese, eccolo qui ad accettare la sfida di Giuseppe Prestia, fare un gran vino rosso da Malbo Gentile.
Circa una decina le etichette prodotte divise in quattro gruppi: Spumanti Metodo Classico, Spumanti Charmat, Vini Frizzanti e vitigni monovarietali storici.
Tra queste il Cadelvento Spumante Rosato Brut DOP, uno charmat che si crede un metodo classico, sarà per quel suo brillante color cipria, per quell’insolito blend di Sorbara di collina e Grasparossa, per il suo perlage molto fine e persistente, per il giusto mix tra freschezza e rotondità, per i suoi profumi eleganti e suadenti, per un palato per nulla timido, vibrante, per il frutto fragrante, il corpo asciutto e per la chiusura su piacevoli e fresche note agrumate. Il signature wines di Venturini Baldini prodotto in 25.000 le bottiglie.
Marchese Manodori è un Lambrusco Reggiano frizzante DOP secco da 4 varietà di Lambruschi, il Marani, il Maestri, il Salamino e il Grasparossa. Vigneti in quota (a circa 250 m. s.l.m.) su terreni argillosi-sabbiosi. Vinificato a temperatura controllata, si presenta di un colore rubino intenso con riflessi violacei. Al naso prevalgono note floreali di viola, di frutti di bosco scuri e di visciole. Sul finale si percepisce una deliziosa nota di anice stellato. Al palato è secco (solo 7 g/l di zucchero residuo), il tannino c’è e giustamente si sente, buona la struttura, il finale è ingentilito da una nota di chiodo di garofano.
T.E.R.S. Rosso 2017 è un 100% Malbo Gentile, biologico, allevato su un terreno argilloso-calcareo, fermentazione con lunga macerazione sulle bucce, circa 30 giorni. 24 mesi di affinamento in tonneaux di rovere, oltre ad un ulteriore anno di riposo in bottiglia prima della commercializzazione.
Un vino dal colore intenso, un rosso rubino scuro alquanto impenetrabile ma cristallino. Già al naso rivela la sua forte personalità. Eleganza, complessità e precisione olfattiva la sua forza. Apre con note di more e mirtilli, un bouquet floreale avvolge delicatamente ed ingentilisce le dolci sensazioni speziate di cannella e vaniglia, una scia mentolata, che ritroveremo al palato, lo ravviva. In bocca è piacevole, già molto equilibrato, la trama tannica è fitta ma non aggressiva, in grado di avvolgere gradevolmente il palato. Una spalla acida che sorregge molto bene la beva ed un finale fruttato molto persistente richiamano un altro sorso.
Solo 6.000 le bottiglie prodotte di quel che i coniugi Prestia considerano una delle loro sfide più importanti: “Creare dei grandi vini fermi, con vitigni autoctoni e storici dell’Emilia”.
Un pezzo del futuro enologico della loro terra di adozione, forse sarà anche per questo, o viceversa, che è dedicato ai loro 4 figli, le iniziali dei cui nomi formano proprio la parola T.E.R.S..
Un’Emilia in evoluzione con bollicine di alta qualità oggi e grandi vini rossi nel suo domani.
[Photo Credit: Venturini Baldini]
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