Corriere del Vino – Divin Natale 2019: le 15 bollicine per brindar al nuovo anno
Articolo pubblicato a dicembre 2019 su Corrieredelvino.it (https://bit.ly/2T3oImi)
Dopo i suggerimenti per il cenone della vigilia (leggi qui), e per il pranzo di Natale (leggi qui), concludiamo con le 15 bollicine, rigorosamente made in Italy, per brindare al nuovo anno!
Come molti sanno la produzione di prosecco, sotto le sue diverse denominazioni, supera ormai il mezzo miliardo di bottiglie. Tra queste abbiamo scelto di segnalarvi alcune delle etichette provenienti dal cuore dell’area di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, ovvero da quelle colline riconosciute quest’anno patrimonio dell’Umanità.
Iniziamo con il Giustino B., Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Extra dry di Cantina Ruggeri, orgoglio ed essenza della tipicità del Valdobbiadene dedicato a Giustino Bisol, fondatore della cantina nel 1950, che lo scorso 15 novembre ha compiuto 100 anni.
Altro personaggio che si intreccia con la storia del prosecco è Graziano Merotto, la Cuvée del Fondatore Graziano Merotto è un Brut millesimato che proviene dalle “Rive di Col San Martino” uno dei 43 cru della denominazione.
È dal 1838 che la famiglia di Francesco Miotto coltiva la vite sul Col Vetoraz, non abbandonandolo nemmeno dopo che diventò teatro di guerra durante il primo conflitto mondiale. Nel 1993 finalmente Francesco, insieme agli amici Paolo De Bortoli e Loris Dall’Acqua, fonda Col Vetoraz Spumanti per rendere onore a questo territorio creando solo vini di qualità, e noi vi consigliamo proprio il Valdobbiadene Cartizze Superiore Dry che proviene dall’omonima collina.
Nel solco della tradizione secolare anche Le Colture, l’azienda agricola e cantina di Santo Stefano di Valdobbiadene guidata dalla stessa famiglia fin dal XVI secolo. Il Valdobbiadene Rive di Santo Stefano Brut “Gerardo” è lo spumante dedicato a Gerardo Ruggeri che avviò le attività di vinificazione e spumantizzazione, trasformando così l’azienda da agricola a vitivinicola.
Dall’altra sponda del prosecco, al di là del Piave, da Asolo, definita da Carducci “città dei cento orizzonti”, arriva l’Asolo Prosecco Superiore Millesimato Extra Brut Serenitatis di Montelvini, azienda che negli ultimi anni si sta dedicando ad un’iniziativa, il “Vigneto Ritrovato”, che prevede il recupero di un piccolo cru vitato già presente sulle mappe napoleoniche del centro storico di Asolo, da cui si produrrà dalla vendemmi 2021 un Extra brut in edizione limitata.
Spazio ora al Metodo Classico. Si sa che non esiste un nome unico e riconoscibile da tutti per quello italiano, ma chiamarlo Trento Doc, Alta Langa Docg, Oltrepò Pavese Docg o Franciacorta, solo per citarne alcuni, significa valorizzare la provenienza e il territorio delle nostre eccellenze vitivinicole.
Suggeriamo lo Chardonnay in purezza Quore Brut Riserva Trentodoc Millesimato di Letrari, raccolto esclusivamente a mano e con permanenza sui lieviti di almeno 40 mesi, o Trentodoc Rosè Extra Brut Millesimato di Moser, da meno di un ettaro di vecchie vigne di Pinot Nero del Maso Warth che domina Trento.
Ci spostiamo in Oltrepò Pavese, precisamente sulle colline di Mon Carul, antico termine dialettale delle tribù liguri che abitarono l’odierna Montecalvo Versiggia, per un altro Pinot Nero in purezza, il NorEma 90 Rosé Dosaggio Zero Millesimato di Calatroni. Nel nome la dedica a Nora ed Emma, la quarta generazione dei Calatroni ancora in erba ed il richiamo ai 90 mesi di affinamento sui lieviti.
Anche se nel mondo sono apprezzate per l’eccellenza dei suoi vini rossi, le Langhe negli ultimi anni stanno “aprendo” sempre più i vigneti alle bollicine. La denominazione Alta Langa si caratterizza soprattutto per avere un tempo di affinamento sui lieviti abbastanza lungo (almeno 30 mesi) e per la produzione di solo spumanti millesimati. Tra i suoi alfieri migliori il Pas Dosé Alta Langa Docg Riserva Brut Nature di Cocchi, solo Pinot Nero, 60 mesi sui lieviti.
La Durella è un vitigno autoctono che ben si è adattato ai terreni di origine vulcanica dei Monti Lessini, ed è qui che è nata la denominazione Lessini Durello, che negli ultimi anni si è affermata nel mondo degli spumanti metodo classico, anche per l’ottimo rapporto prezzo-qualità, dettaglio sempre non trascurabile. Lessini Durello 120 Mesi è l’Extra brut millesimato metodo classico prodotto con la durella della Valle d’Alpone di Giannitessari, l’azienda vitivinicola che abbraccia ben tre diversi territori, Soave, Monti Lessini e Colli Berici.
EBB Millesimato non è solo l’Extra brut da Chardonnay in purezza di Mosnel, ma è il Franciacorta che porta nel nome la dedica di Giulio e Lucia Barzanò, 5ª generazione alla guida della cantina, alla compianta mamma Emanuela Barzanò Barboglio, promotrice del disciplinare Franciacorta, socia fondatrice del Consorzio, “madre” riconosciuta e stimata del Franciacorta.
Ma c’è anche chi ha deciso di abbandonare la Franciacorta, intesa come Consorzio di Tutela e Denominazione, dopo diverse volte che i propri vini venivano bocciati dalle commissioni perché “troppo ricchi e complessi”. E pensare che probabilmente gli spumanti di Cà del Vént sono le migliori espressioni di una Franciacorta diversa, non convenzionale, a tratti rivoluzionaria, dove non esistono mode del momento o omologazioni a trend gustativi e di mercato, e tra i pochi a poter competere con Champagne. Il Memoria Brut Pas Operé Millesimato, 94% Chardonnay e 6% Pinot Nero, è una cuvée molto salata e minerale ottenuta assemblando 10 basi tra le più dritte, vegetali e balsamiche. Col termine “Pas Operé” indicano la colmatura alla sboccatura con vino di altre bottiglie dello stesso lotto, senza aggiunta di zuccheri né liqueur d’expédition.
In Puglia c’è una cantina che da 40 anni si dedica esclusivamente alla produzione di spumante metodo classico. È d’Araprì, fondata nel 1979 da tre amici a San Severo (FG), che puntarono tutto sulla spumantizzazione del Bombino Bianco, un vitigno dalle antiche tradizioni, per farne quello che per la Champagne rappresentava lo Chardonnay. Oggi il Riserva Nobile, il loro millesimato da Bombino Bianco in purezza che fermenta in botti di rovere e trascorre quasi 40 mesi sui lieviti, è divenuto uno dei più apprezzati e riconosciuti metodo classico da vitigni autoctoni.
Chiusura in dolcezza con due vini ottenuto dal Moscato Bianco di Canelli in versione frizzante e spumante. Il primo è il Moscato d’Asti Vite Vecchia di Ca’ d’Gal ottenuto da vecchie viti di oltre 60 anni, bassissime rese (circa 40 ettolitri per ettaro) e lasciato affinare in bottiglia per 3 anni. Il secondo, invece, si è aggiudicato il titolo di Campione Mondiale degli spumanti aromatici durante l’ultimo Champagne & Sparkling Wine World Championships di Londra, il famoso concorso internazionale fondato da Tom Stevenson, ed è Asti DOCG “Acquesi” di Cuvage.
[Credit copertina: ©Igor Dudchak]
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