James Magazine – Appius 2015, il sogno di Hans Terzer
Articolo pubblicato a novembre 2019 su JamesMagazine.it (https://bit.ly/2s7IqlJ)
Ogni tanto bisogna pur spostare l’attenzione, andare verso quel grande palcoscenico internazionale per il mondo del vino che sta diventando Milano. È quello che ha fatto la cantina St. Micheal-Eppan, pluripremiata Kellereigenossenschaften (“Cantina sociale”) del Südtirol, dopo cinque edizioni celebrate “in casa” al cospetto delle Dolomiti. Si è mossa così, presentare per la prima volta il “vino da sogno” di Hans Terzer nella città della moda e del design durante Milano Wine Week, la vetrina migliore per mostrarsi con i propri gioielli, sparigliando un po’ le carte, o meglio i piatti, in un foodpairing che ha visto l’Innovative Japanese Cuisine di Wicky Priyan del Wicky’s abbinata abilmente all’intera produzione di punta della cantina di San Michele Appiano.
Appius (il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano) è il SuperSüdtiroler sognato oltre 30 anni fa da Terzer, il Winemaker che da 1977 è alla guida della cantina. Il 2010 è la prima annata realizzata, dopo anni e anni di sperimentazioni e micro vinificazioni, con le uve a bacca bianca utilizzate per produrre i vini della linea Sanct Valentin.
Cuvée sintesi delle migliori uve ottenute dalle selezioni di punta conferite alla cantina e scelte direttamente da Hans sulla base di criteri sia personali sia oggettivi ma che rappresentano ogni volta il meglio che l’annata possa esprimere. Era il 2014 quando fu presentata la prima limitatissima edizione, ad oggi, con quest’ultimo millesimo 2015, sono sei gli assemblaggi realizzati, uno diverso dall’altro, una collezione unica, anche nel design.
Un vino che non poteva essere non bianco, visto che è stato ideato e prodotto da colui che è considerato l’artefice negli anni ’80 della Weißweinerevolution del Südtirol degli anni ’80. E pensare che in quegli anni i vini rossi rappresentava ben l’85% della produzione vitivinicola dell’Oltradige.
Prima di scoprire il nuovo Appius è stato molto interessante conoscere meglio, in un assaggio un po’ diverso dal solito, quelle che rappresentano le sue singole componenti vinificate in purezza, di quella che fin da subito è stata celebrata come una delle migliori annate in Alto Adige e non solo, la 2015.
Inizio affidato al Pinot Bianco 2015, che con le sue rese estremamente basse e l’attenta selezione in vigna ha dimostrato che un vino considerato di facile beva, figlio di un dio minore, può dare delle grandissime soddisfazioni. Parte del merito è dato anche dal sapiente uso dei legni (barrique, tonneau e botti grandi) in cui matura per oltre un anno. Ti avvolge con quei sentori leggermente esotici e quella sua agrumata freschezza. Il sorso è dinamico, vivace, ricco e a tratti salmastro, abbinato a Oriental Sicilia, gamberi rossi di Mazara del Vallo in due versioni, emulsione di pomodoro datterino, olio evo e pepe del Punjab, su foglia di daikon marinata in aceto di riso con tartare di tonno e caviale di storione.
Si prosegue con un Pinot Grigio Sanct Valentin 2015 a dir poco sorprendente per uno dei vitigni che “nonostante in Italia ci siamo impegnati nel farlo morire”, come sottolineato da Hans, “ma se affrontato con impegno e rigore ti sa ripagare.”. Fermentazione, malolattica e elevazione sulle proprie fecce fini in legni piccoli. Una perfetta integrazione tra acidità, forza e concentrazione, che ben si sposa con il Mini Burger di pane nero con salmone canadese marinato in soia e zenzero, polpetta di cime di rapa, panna acida allo yuzu e crema di barbabietola.
L’Hamachi Pecora (carpaccio di ricciola giapponese, pecorino sardo stagionato, consommé di zenzero e polvere di shiso-ume) si è dimostrato lo sparring partner ideale per il Sauvignon Sanct Valentin 2015. Diventato negli anni un punto di riferimento, e fin dalla sua prima annata, 1989, ne ha collezionato di premi. Allevato ai piedi del Monte della Mendola, gode di condizioni pedoclimatiche a dir poco perfette. Affina in acciaio, solo una piccolissima parte in legni usati, è soprattutto il riposo sulle fecce fini che gli dona una classe superiore. Mantiene integra la sua eleganza, freschezza, complessità con i suoi classici sentori di sambuco, uva spina. Il frutto tropicale si alterna a lievi sentori vegetali. La bocca è fresca, sapida. La persistenza è lunga con un ritorno su note agrumate.
Il quarto, e ultimo, moschettiere della sesta edizione di Appius è Chardonnay Sanct Valentin 2015, che rappresenta la componente più importante, la sua struttura, il suo corpo, la sua spina dorsale. Furono Hans e Alois Lageder i primi a credere nel 1982 che lo chardonnay di collina potesse e dovesse essere vinificato in purezza con il supporto di piccoli legni, ma senza esagerar nell’uso, poiché si volevano preservare i profumi del Südtirol per farlo diventare un grande vino. Erbe aromatiche, spezie e note burrose, il sorso è sapido, ricco, avvolgente. Abbinato al Carpaccio di Angus scozzese con salsa di soia lavorata all’aceto di Champagne, salsa cremosa allo yuzu, sale di Maldon ed erba cipollina.
Ed ora, finalmente, spazio ad Appius 2015. Composto da Chardonnay (55%), Pinot Grigio (20%), Pinot Bianco (15%) e Sauvignon (10%), vinifica in botti di legno, così come la prima parte dell’affinamento svolta in barrique e tonneau per circa un anno; segue poi un ulteriore affinamento di tre anni sui lieviti in tini d’acciaio. Colpisce per l’intensa ricchezza di profumi, in primis frutti tropicali, poi in successione frutti a polpa, nuance agrumate e lievi sentori tostati e di tabacco. Un vino compatto, masticabile, la beva è fresca, vivace con quella scia balsamica che ne allunga il finale. Abbinamento più che magistrale col Sushi Kan di Wicky, aburi nigiri differenti con base di riso bianco e condimenti speciali.
Classica chiusura in dolcezza, con il Passito Comtess Sanct Valentin 2015, un “icewine” che solo per una precisa scelta di marketing è denominato passito. 90% Gewürztraminer, 5% Riesling e 5% Sauvignon. Vendemmia nei giorni antecedenti il Natale, risulta dolce ma con quel pizzico di freschezza che lo ammorbidisce ma soprattutto lo rende non stucchevole. Abbinato a Mood Stone, una mousse al cocco con gelatina al mango, crumble alla fava di cacao, spugna al pistacchio di Bronte e composta al frutto della passione.
Solo 6.000 le bottiglie disponibili in quest’annata, oltre a qualche grande formato. Ogni anno non è solo l’uvaggio ad essere unico ma anche l’etichetta, quest’anno una primordiale nube di particelle, che racchiude l’incessante movimento e l’addensarsi di elementi come terra, acqua, luce, stagioni. Ideata e realizzata da Life Circus di Bolzano vuole esprimere la coesione tra il territorio, la Cantina di San Michele Appiano e i suoi viticoltori, quest’ultimi veri artefici dell’eccezionalità di questo vino.
[Photo Credit: Antonio Cimmino; Cantina St. Micheal-Eppan; Milano Wine Week]
© Riproduzione Riservata
Alto Adige, Appius, Appius 2015, Chardonnay Sanct Valentin, Federico Gordini, Hans Terzer, Milano Wine Week, Passito Comtess, Pinot Grigio Sanct Valentin, San Michele Appiano, Sanct Valentin, Sauvignon Sanct Valentin, St. Micheal-Eppan, Südtirol, SuperSüdtiroler, Wicky Priyan, Wicky's