VINOWAY – Nittardi, quando l’arte è di casa

Articolo pubblicato a novembre 2018 su Vinoway.com (https://bit.ly/2oPPhhy)

Nei giorni scorsi si è tenuta a Milano la presentazione alla stampa della 36esima etichetta artistica di Nittardi, l’azienda vitivinicola del Chianti Classico, proprietà della famiglia Femfert che vanta una lunga tradizione artistico-enologica.

Fu addirittura Michelangelo Buonarroti a scoprirla durante uno dei suoi viaggi attraverso il Chianti, colpito dalla sua bellezza decise di acquistarla nel 1549. Di proprietà del Clero, era conosciuta come “Villa Nectar Dei”, poiché già dal XII secolo i Monaci Benedettini ci producevano vino. Ed anche questo fu uno dei motivi per cui Michelangelo volle donare a Papa Giulio II, nel rispetto della tradizione di offrire manufatti artistici al soglio pontificio, alcuni fiaschi del suo vino, elevandolo così a forma d’arte.

Nel 1981 Stefania Canali, veneziana e storica dell’arte, durante uno dei suoi viaggi in Toscana riscopre questi luoghi, e insieme al marito Peter Femfert, editore e famoso gallerista di Francoforte (DIE GALERIE), ne rimangono così estasiati che acquistano Nittardi, con l’obiettivo di conservare in modo concreto quel profondo legame tra vino, arte e cultura, che da sempre caratterizzava la tenuta.

Intento raggiunto anche grazie ad un forte legame creato con artisti di fama internazionale che ogni anno sono chiamati a “vestire” il Chianti Classico “Casanuova di Nittardi” Vigna Doghessa realizzando due quadri, uno utilizzato per l’etichetta, l’altro come motivo della carta seta utilizzata per avvolgere la bottiglia.

Una vera e autentica galleria d’arte composta da 73 opere firmate dai più grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea, come Guenter Grass e Dario Fo (premi Nobel per la letteratura), Emilio Tadini, Valerio Adami, Mimmo Paladino, Pierre Alechinsky, Yoko Ono, Eduardo Arroyo, Igor Mitoraj, Joe Tilson e tanti altri.

Quest’anno è il turno di Allen Jones, artista visionario e pietra miliare della Pop Art che ha posto sempre al centro del suo interesse la figura femminile con la sua carica erotica. Irriverente e dissacratore, attirò su di sé agli inizi degli anni ‘70 l’ira delle femministe di tutto il mondo per le sue opere “Womas as Furniture”, tre manichini di donne mezze nude sottomesse, come fossero dei mobili (Attaccapanni, Tavolo e Sedia) a cui si ispirò anche Stanley Kubrick per il set di Arancia meccanica.

Per Nittardi, Jones ha creato tre opere, che esprimono tre interessanti versioni della figura femminile: una per l’etichetta e due per la carta seta. È la prima volta nella storia di Nittardi che un artista dipinge due versioni destinate all’involucro. Oltre alla versione ufficiale ve ne è una che confezionerà una serie limitata di bottiglie in “secret edition”, da custodire nella parte più nascosta della cantina. Il motivo è che, in un primo momento, si è pensato che il messaggio, anche politico, sottostante il primo quadro fosse troppo forte, quindi gli fu chiesto di farne anche un altro. Alla fine, fortunatamente, si è deciso di utilizzarli tutti e tre, vista la bellezza e la carica artistica che esprime proprio quest’opera d’arte.

Ad oggi l’azienda si estende per 32 ettari, 12 nel comune di Castellina in Chianti e 20 in Maremma. A condurla Léon Femfert, il figlio maggiore, che dopo diverse esperienze all’estero nel 2013 è tornato per applicare tutto ciò che aveva imparato, tracciando su un suo preciso e personale percorso che prevede la biodinamica non solo come filosofia di vita, ma come mezzo per produrre vini dal carattere ben delineato senza perdere eleganza e piacevolezza, e con il territorio sempre in primo piano.

Circa 130.000 le bottiglie prodotte di cui ben l’80% prende il volo per l’estero, suddivise tra 6 etichette attualmente in vendita, i cinque rossi degustati durante la presentazione oltre a un bianco, Ben, un Vermentino in purezza dalla Maremma,

Belcanto Chianti Classico 2015: è il vino dedicato a Michelangelo, raffigurato in etichetta su un mosaico di otto pietre Galestro, tipiche dei lori vigneti, numero che rappresenta anche gli 8 uvaggi di cui è composto (90% Sangiovese, 10% tra Canaiolo, Colorino, Malvasia Nera, Ciliegiolo, Mammolo, Foglia Tonda e Pugnitello). Fermenta in inox con lieviti indigeni e affina in tonneau per 1 anno. Fa dell’armonia la sua dote migliore, con il giusto grip tannico, un fruttato piacevole e delle note balsamiche molto rinfrescanti.

Casanuova di Nittardi Chianti Classico Vigna Doghessa 2016: Sangiovese in purezza coltivato a 450 metri s.l.m. ina una vigna secolare ad acini spargoli dalle bassissime rese. Il nome è una dedica di Peter alla moglie Stefania, praticamente la “capa famiglia”, ed essendo veneziana, il termine Doge l’ha trasformato in Doghessa. Affina 14 mesi in tonneau di secondo passaggio e 4 mesi in cemento. Tra le migliori annate in circolazione, il millesimo 2016 è molto più pronto, equilibrato, rotondo rispetto al 2015, dove prevaleva l’austerità del vino. Al naso è intenso, predominano i frutti rossi, ma una sottile ed elegante speziatura lo caratterizza. Il sorso è ricco e lungo.

Ad Astra 2015: dal motto latino Per Aspera Ad Astra, “attraverso le asperità alle stelle” perché per creare un grande vino si deve passare per le asperità della terra. Dalla Maremma, un Sangiovese e Cabernet in parti uguali (sia Franc che Sauvignon), un anno in barrique e tonneau di rovere francese. In quest’annata il Cabernet marca molto il carattere del vino con delle note vegetali che lo rendono ancora più complesso. Al palato è avvolgente con quei suoi tannini già setosi. Dal gusto molto internazionale.

Nittardi Riserva Chianti Classico 2015: prodotto solo nelle migliori annate, a base Sangiovese oltre ad un 5% di Merlot. Matura 2 anni in tonneau, 6 mesi in cemento e 9 mesi in bottiglia. Trattasi di un’anteprima che ha già dimostrato pulizia e nitidezza olfattiva oltre ad una finezza assoluta. Piccoli frutti neri, tabacco, spezie, un’impronta chinata ed una spolverata di cacao su un finale lungo e leggermente salino.

Nectar Dei 2008: l’apice della produzione di Nittardi, classico assemblaggio bordolese con Cabernet Sauvignon 55%, Petit Verdot 20%, Merlot 20% e Syrah 5%. 2 anni in legno (20% di primo passaggio) oltre ad un affinamento in cemento atto anche ad assemblare le 4 varietà. Un vino ancora vivissimo, ricco e concentrato, con delle note speziate ed esotiche che lo caratterizzano oltre ad un finale mentolato che richiama un altro sorso.

[Photo Credit: Antonio Cimmino; PR Vino; Nittardi]

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