GIEMME – Explore&Taste: l’eleganza di Matan

Articolo pubblicato a maggio 2018 su Gastronomiamediterranea.com (https://bit.ly/2M2fnp8)

Recentemente si è svolta a Montagna (Matan in dialetto südtirolese) la quarta edizione di Explore&Taste, evento organizzato da Tenuta Pfitscher in collaborazione con il Gruppo Meregalli.

La mattina è stata l’occasione per approfondire la conoscenza dei vini dei Pfitscher, insieme a tutta la famiglia presente alla degustazione, compresi i due giovanissimi fratelli, Daniel e Hannes, che negli ultimi anni stanno prendendo in mano il timone dell’azienda.

Secolare la storia di questa famiglia, iniziata da Mathias Pfitscher nel 1861, fondatore dell’azienda (più agricola che vitivinicola) e portata avanti con una svolta decisiva da papà Klaus che nel 1978, dopo gli studi a S. Michele all’Adige, decise di dedicarsi alla vinificazione dei vitigni più ambiziosi trasformando quello che era il Maso “Zum Rutter”, nel centro del paese di Montagna, da agriturismo a vera e proprio azienda vitivinicola.

Oggi circa 15 gli ettari vitati, con una produzione media annua di 100mila bottiglie (56% vini bianchi), principalmente Pinot Nero, Gewürztraminer e Sauvignon Blanc. I vigneti sono sparsi in 5 comuni ad un’altitudine tra i 250 e i 900 metri. L’export rappresenta circa il 20% a valore.

Vini di montagna, meno opulenti e potenti ma più freschi, eleganti e profondi, è questa la giusta sintesi per le etichette di questa Tenuta, dove oltre il 70% dei vigneti è sopra 500 m d‘altitudine e scoscesi, con un’elevata escursione termica, molti dei quali dei veri Cru che, grazie all’avvenuta zonazione in Alto Adige, dal 2019 si potranno fregiare della dicitura “Vigna” anche in etichetta.

Si inizia con la presentazione dell’anteprima Sauvignon Blanc “MATHIAS” 2016, il nuovo vino di famiglia in vendita in autunno. Da un vigneto selezionato a 900 m d’altitudine a Fiè allo Sciliar (Vigna Kathreinerfelder), al naso è complesso con note tropicali, erbe aromatiche e sentori minerali di pietra focaia. Al palato si presenta con grande profondità, deciso, compatto, sapido e lunga persistenza finale.

Una limited edition per il Pinot Bianco “OANS” 2013, il primo vino fatto da Hannes insieme a papà Klaus. Solo una barrique, in cui fermenta e affina per 10 mesi sulle fecce. 283 bottiglie di pura raffinatezza.

Gewürztraminer “RUTTER” 2016 da una piccolissima parcella piantata nel 1992 nella zona di Griesfeld (Egna). Un Gewürz da solo acciaio, più fresco, con note di frutta esotica e nuance di rosa molto delicata rispetto ai sentori esplosivi tipici di Termeno. Buona la sapidità e la persistenza gustativa.

Ed ecco il Pinot Nero secondo Pfitscher ovvero il MATAN in verticale (annate 2015, 2009, 2002). Impianto del 1985 con cloni francesi a circa 600 m di altitudine a Gleno (Montagna). Basse rese (solo 28 hl a ettaro), circa 5.500 le bottiglie prodotte, fermentazione in acciaio e barrique, maturazione per 12 mesi in barrique, 6 mesi in botte grande e altri 6 mesi in bottiglia.

Rispetto ad annate molto simili dal punto di vista climatico, il 2015 è molto fine, con il tannino ancora un po’ verde. Al naso un bel frutto rosso croccante, fresco (lampone, fragole). Per nulla opulento né grasso. È ancora un po’ chiuso ma diventerà grande in poco tempo.

Un 2009 eccezionale per eleganza e finezza, una bocca balsamica e una persistenza senza uguali. Intrigante il sottobosco al naso e il tannino che coccola.

Il 2002 si presenta di un color leggermente granato con l’unghia che vira verso l’aranciato, un vino che vive nel calice, col passar del tempo le note evolvono verso sentori di resina, di cuoio, ma restano sempre freschi; la beva è impressionante per un Pinot di 16 anni.

Cortazo è l’omaggio e l’uvaggio di Cortaccia. 50% Merlot, 40% Lagrein, 10% Syrah proveniente dalla zona “Brenntal”, una delle più calde dell’Alto Adige. Le uve vengono vendemmiate e vinificate tutte insieme, quando il Lagrein arriva a maturazione. Ciò vuol dire che gli altri due sono leggermente surmaturi. Circa un mese la fermentazione sulle bucce in vasche d’acciaio, a cui segue un affinamento di 12 mesi in piccole botti di rovere.

Il 2016 (prova di botte), è molto concentrato (vista l’annata calda e secca), il tannino è ancora molto giovane. Nel 2015 il tannino è più suadente, elegante, fa sentire la sua presenza ma con stile. Vino robusto, di carattere. Nel 2003 prevale molto l’affascinante spezia dello Syrah ma probabilmente in bocca si siede un po’, perdendo quella spinta che aveva negli anni passati, come nel 2007 e 2011 (uniche annate prodotte oltre a quelle presentate durante la verticale).

La cantina, come si presenta oggi, è stata costruita nel 2011, quando, grazie alla legge del maso chiuso, è stata venduta la vecchia, collocata in paese. Trasferita in una struttura unica con le sue ampissime vetrate e la terrazza affacciati sui vigneti, la nuova cantina possiede un’architettura lineare, pulita, elegante, dove semplicità ed essenzialità sono le parole chiavi, proprio come per i loro vini.

Pfitscher Wein Vino

Nel 2012 è stata la prima cantina d’Italia ad ottenere la certificazione CasaClima Wine che attraverso 42 criteri valuta la compatibilità ambientale dell’edificio e il comfort abitativo, il consumo di energia e acqua nella produzione dei vini, la scelta degli imballaggi e le conseguenze del trasporto.

Il pomeriggio si sono aperte le porte dell’evento Explore&Taste a cui hanno partecipato oltre 300 clienti del Gruppo Meregalli da tutta Italia.

Dodici i produttori presenti quest’anno. Si parte con le bollicine di montagna TrentoDoc di Letrari, per poi passare a qualche assaggio di Champagne Bollinger (Rosé e Special Cuvée) e Ayala (Brut Nature).

Tappa d’obbligo per i vini dei Colli Orientali del Friuli di Bastianich. Il Calabrone riserva 2012 è un uvaggio rosso realizzato solo con le migliori vendemmie e con uve parzialmente appassite di Refosco (70%) e Schioppettino, Pignolo e Merlot. Procedimento analogo per il Plus 2013, Tocai Friulano in purezza da vendemmia tardiva e appassimento, proveniente da un unico vigneto con viti di 60 anni.

Rimanendo in Friuli Conte Brandolini d’Adda/Vistorta ha riproposto una chicca, dopo quasi 50 anni di nuovo sul mercato, un Pinot Grigio Ramato, oltre ad aver allietato gli ospiti con una mini verticale del loro Merlot in purezza (2012 e magnum 2007/2002).

Il Barolo di Oddero nella versione Brunate 2013 di La Morra, l’eleganza che resiste al tempo, e nell’interpretazione Riserva 2011 Vigna Mondoca, evidenzia la struttura, la potenza, la complessità del cru di Bussia Soprana.

Eleganza e tradizione con il Valpolicella Classico Superiore S. Urbano Appassimento 2014, in fondo il fratello minore dell’Amarone della Valpolicella Monte S. Urbano (2013/1997) di Speri. Toscana rappresentata oltre che da aziende come Tenuta San Guido e Ciacci Piccolomini D’Aragona, dal Messiio 2013, il Merlot di Tenuta Fertuna, la cantina maremmana di proprietà del Gruppo Meregalli.

Per finire i “distillati sapori” artigianali di PoliAirone Rosso, l’aperitivo creato per festeggiare il viaggio a Capo Nord fatto da Toni Poli sulla sua moto Guzzi Airone Sport 250cc. Il Marconi 46 (il nome deriva dall’indirizzo a Schiavon delle Distillerie Poli) è un gin che nacque per sfida verso un distillatore irlandese, partendo da botaniche ispirate all’altopiano di Asiago. Dal carattere balsamico del pino mugo, si apre con un intenso aroma di ginepro mentre al palato l’uva moscato dona morbidezza. In chiusura eleganti note di coriandolo. Due Barili è una grappa di Prosecco con un doppio affinamento, prima in botti di rovere francese e poi in vecchie botti utilizzate per lo sherry. Molto morbida con sentori speziati di vaniglia, caffè, cioccolato e nocciole tostate. Infine, Poli Barrique N. 7 di 9 del 2000, l’ultima grappa distillata da Toni, che era solito mettere da parte ogni anno 9 barrique per far maturare poi la grappa per 13 anni.

Ormai quelle barrique son finite, ma portano con sé tutti gli insegnamenti per i propri figli, che ripresa la tradizione del padre, ogni anno mettono da parte delle barrique per creare una grappa di “famiglia” utilizzando il metodo Solera, per racchiudere in sé la memoria del tempo.

Non si poteva chiedere di meglio ad una giornata così incantevole trascorsa in Alto Adige.

[Photo Credits: Antonio Cimmino; Tenuta Pfitscher]
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