GIEMME – Valle Isarco, dalla montagna al calice

Articolo pubblicato a gennaio 2018 su Gastronomiamediterranea.com (https://bit.ly/2SKJ9l3)

Come è ormai a tutti noto, enoicamente l’Alto Adige-Südtirol è, sì una delle zone vinicole più piccole d’Italia, ma grazie alla sua ubicazione geografica, a cavallo tra la zona alpina e quella mediterranea, fra la cultura italiana e quella tedesca, è una delle zone di produzione più ricche di sfaccettature ma soprattutto di “qualità diffusa”,a testimonianza che nonostante rappresenti solo l’1% della produzione vinicola nazionale, rimane la regione con il maggior numero dei riconoscimenti delle principali guide nazionali (e non) in relazione alla superficie vitata, un rapporto di circa tre volte superiore alle altre regioni italiane.

Una delle sette zone vinicole della regione è proprio la Valle Isarco, che rappresenta anche l’area vitata più settentrionale d’Italia. Si estende da sud, partendo da Bolzano, a nord lungo la vallata del fiume Isarco (Eisack), circondata a est dalle Dolomiti e a ovest dalle Alpi Sarentine. Un territorio montano con tratti tipicamente mediterranei, caratterizzati da boschi di castagni e vigneti.

Quest’ultimi, circa 360 ettari, rappresentano il 7% dell’intera produzione vinicole altoatesina, l’altitudine media è tra i 400 e gli 850 m. s.l.m., in alcuni casi ci si spinge quasi a 1.000 metri, tutti esposti a sud/sud-ovest, con solo un 10% a est.

In questa valle dominano i terreni sedimentari ricchi di quarzo, mica e scisti, mentre il clima è caratterizzato da una notevole escursione termica fra giorno e notte, dovuta alla vicinanza delle montagne e da una quantità ridotta di precipitazioni. L’insieme di questi fattori climatici e geografici è ideale per la coltivazione di vitigni a bacca bianca che spiccano per freschezza, gusto minerale e un’acidità molto gradevole. Kerner, Riesling e Müller Thurgau principalmente nella zona settentrionale, Sylvaner, Gewürztraminer e Grüner Veltliner al centro della valle, mentre Pinot Bianco e Sauvignon a sud. Non mancano però i vitigni a bacca rossa, come Schiava, Zweigelt e Pinot Nero, la cui produzione interessa ovviamente le zone meridionali della vallata.

Vino e Valle Isarco, un connubio che si perde nella storia del territorio. Esistono testimonianze che collocano già nel V secolo a.C. una tradizione vitivinicola viva e attiva. Nel primo Medioevo furono i monaci ad occuparsi della coltivazione dell’uva, attività che hanno portato avanti in esclusiva per secoli. Ancora oggi a testimonianza di questo ci sono esempi quali l’Abbazia di Novacella nella quale si produce vino dal 1142 e che con i suoi 875 anni di storia è la cantina più antica della valle, ma anche nel mondo.

Proprio quest’ultima insieme alla Cantina Valle Isarco (la cantina sociale che raggruppa oltre 130 soci conferitori) e a altri 16 piccoli produttori hanno dato vita nel 2015 a EisacktalWein, un’unione di imprese di cui fanno parte anche varie strutture di accoglienza, ristorazione e promozione, con l’intento di incoraggiare lo sviluppo del territorio sfruttandone al meglio le potenzialità.

Ecco in rigoroso ordine geografico da nord a sud i 18 produttori di vino aderenti all’associazione

Weingut Lanz – Sciaves; Strasserhof – Novacella; Köfererhof – Novacella; Abbazia di Novacella – Novacella; Pacherhof – Novacella; Manni Nössing – Bressanone; Villscheider – Bressanone; Kuenhof – Bressanone; Taschlerhof – Bressanone; Garlider – Velturno; Cantina Valle Isarco – Chiusa; Spitalerhof – Chiusa; Röck – Villandro; Wasserer Hof – Fié allo Scilliar; Weingut Ebner – Campodazzo; Rielingerhof – Collalbo / Renon; Bessererhof – Fié allo Sciliar; Gumphof – Fié allo Sciliar.

E questa una selezione di assaggi:

Weingut Ebner: un Pinot Nero 2015 elegante, verticale, dal tannino fine e dalla buona persistenza. Il Grüner Veltliner 2016 dal colore paglierino intenso, naso fine e avvolgente, frutta bianca e note speziate, al palato è cremoso, sapido e minerale.

Di Kuenhof si sente ancor la persistenza del suo Kaiton Riesling 2016 vagar. Al naso note agrumate e spezie dolci, l’ingresso in bocca è netto, diretto ma che  porta con sé una grazia inaspettata ed una personalità innata.

Aristos Kerner 2016 e Aristos Sylvaner 2016 della Cantina Valle Isarco mettono in mostra un equilibrio perfetto tra alcolicità, sapidità e acidità. Il primo è più speziato mentre il secondo gioca su note fresche di erbe aromatiche. Entrambi dotati di un finale agrumato che rinfresca la beva ed invoglia ad un altro sorso. Caratteristiche comuni a tutti i vini di questa cantina cooperativa che grazie proprio a queste doti di freschezza, sapidità e buon grado alcolico permette a questi bianchi, dotati anche di un’ottima struttura, di reggere bene la prova del tempo. Un esempio di questa longevità l’abbiamo assaporata con il Pinot Grigio Aristos 2006 ma soprattutto col Müller Thurgau 1996.

Da alcune vecchie viti di Sylvaner, Peter Wachtler di Taschlerof produce il Sylvaner “Lahner”, che nell’annata 2015 si riconosce per i suoi sentori floreali, per la freschezza delle erbe aromatiche e per la pseudo dolcezza della frutta esotica matura. Finemente equilibrato con un retrogusto agrumato che ne amplifica la bevibilità e ne sorregge il corpo importante. Lascia una piacevole sensazione il suo Riesling Splätese 2015 bevuto a fine pasto ai 2.062 metri della Malga Gampen in Val di Funes con di fronte Il gruppo delle Odle, nel Parco Naturale Puez-Odle già riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Quasi due ore di camminata per assaggiare e assaporare le cose in maniera diversa.

Una vera sorpresa Wassererhof, l’azienda dei gemelli Christoph e Andreas Mock, la cui prima annata risale solo al 2013. Tutti molto ben fatti i loro vini, partendo dal sapido e minerale Pinot Bianco 2015, passando dai didattici Sauvignon 2016 e 2015, sconfinando nel fresco e croccante Santa Maddalena Classico 2016 e arrivando ad un’eccezionale Cabernet Riserva 2015 (85% C. Sauvignon / 15% C. Franc), armonico, per nulla vegetale, dal frutto vivo, elegante ma anche complesso. Chapeau!

Il seducente Kerner Praepositus 2016 di Abbazia di Novacella con i suoi eleganti profumi di agrumi, fiori bianchi e erbe aromatiche. Il sorso è pieno, vibrante, tagliente, profondo. Il finale amplifica la sua nota minerale.

Il Pinot Bianco Praesulis 2014 di Gumphof (Markus Prackwieser) è dinamicissimo, dotato di freschezza infinita che amplifica eleganza e voglia di berne. Un pinot bianco molto tipico della zona meridionale della Valle Isarco con quei sentori di fiori di sambuco che ne nobilitano l’olfatto. Un giovane Pinot Nero, fragrante, leggermente speziato e dai morbidissimi tannini per l’altro assaggio, il Praesulis 2015.

Una beva fuori dal comune per il Grüner Veltliner 2013 Garlider di Christian Kerschbaumer. Le sue note esotiche, quei sentori di spezie ed erbe aromatiche, quel leggero residuo zuccherino che ti abbraccia, ti avvolge, ma che non copre quella freschezza che ad ogni sorso si amplifica, il tutto armonicamente perfetto.

Il Riesling più a nord d’Italia, prodotto quasi al confine con la Val Pusteria, è Julian di Monika e Matthias Lanz. Altra  particolarità il vigneto, impiantato nel 2013 su un terreno con una pendenza media del 70% che sovrasta, facendone da copertura, l’area di servizio e gastronomia della famiglia Lanz a Sciaves presso Bressanone.  Meno di un ettaro dal quale si producono 1.800 bottiglie dedicate al frutto dell’amore dei coniugi Lanz, il loro primogenito, un Riesling, seppur sottile, molto fine ed elegante che lascia in bocca un piacevole sapore di sale.

Originariamente, nei pressi di Novacella, ancor prima della fondazione dell’Abbazia, sorgevano solo tre masi, uno dei quali era il Pacherhof. Oggi la Tenuta è condotta da Andreas Huber insieme alla sorella Katharina. Il Grüner Veltliner 2016 porta con sé un delicato bouquet speziato con sentori di pepe bianco ed erbe selvatiche, il palato è piacevolmente fresco. Sylvaner Alte Reben 2016, vecchie viti che donano a questo vino complessità e struttura ma soprattutto una persistenza fenomenale.

Molto interessanti gli Chardonnay Riserva di Bessererhof, soprattutto il Fellis 2004, dall’antico nome del comune di Fié allo Sciliar. Trascorre 2 anni in botte sulle fecce fini, 6 in acciaio, imbottigliato nel 2013, è stato appena messo in vendita. Nato anche grazie alla consulenza di Hartmann Donà questo Chardonnay ben si inserisce nell’eccellenza del filone dei “vini rarità” altoatesini.

Chiudiamo con i vini di Manni Nössing, istrionico presidente in carica di Eisacktalwein. Da una personalità come la sua ci si aspetta vini non banali dotati di gran carattere, proprio come l’intenso Müller Thurgau “Sass Rigais” 2016, con i suoi sentori floreali, freschi e agrumati. Al palato fresco, sapido e molto verticale. Ottimo l’equilibrio. Erna Kerner 2010 è una vendemmia tardiva, qualche filare dimenticato in vendemmia e raccolto a metà marzo, solo 1.000 bottiglie da 0,375  e tutte dedicate alla mamma Erna. Un vino asciutto, non dolce (110 i grammi/litro di zuccheri residui e 7,5 g/l l’acidità), un vino serio che non lascia spazio a fronzoli.

Valle Isarco, una viticultura eroica che puoi solo amare!

[Photo Credit: Antonio Cimmino]
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