L’accoglienza targata “Südtirol”!
Articolo pubblicato a novembre 2015 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2Q8b6RA)
#ilvaloredellaccoglienza può definirsi l’hashtag dei quattro giorni che hanno animato dal 19 al 22 ottobre la Fiera di Bolzano, in Südtirol, una piccola terra di grandi vini, un territorio che più di ogni altro segna l’incontro tra la cultura mediterranea e quella mitteleuropea, dove la cucina e la gastronomia sono conosciute e rinomate in tutto il mondo e il prendersi cura dei propri ospiti è la parola d’ordine degli albergatori altoatesini.
Un calendario ricco di appuntamenti e novità interessanti, come la 39esima edizione di Hotel 2015, la Fiera specializzata per hotellerie e ristorazione che ha tenuto banco per tutti e quattro i giorni, ed organizzata con il patrocinio di Federalberghi e L’unione degli Albergatori e dei Pubblici Esercenti (HGV) dell’Alto Adige, che nel corso degli ultimi anni ha dato vita anche ad un proprio portale di prenotazione www.bookingaltoadige.com, ideato come alternativa locale ed indipendente ai portali internazionali di prenotazione online.
Un grazie da parte dei winelover ad Autochtona 2015, il dodicesimo Forum nazionale dedicato ai vini autoctoni, attraverso cui si è potuto “viaggiare” per l’Italia alla scoperta di questo meraviglioso patrimonio che ci distingue da tutti gli altri grandi produttori mondiali di vino.
L’ottima possibilità di scoprire e degustare i migliori vini di piccoli produttori altoatesini l’ha permessa Vinea Tirolensis, manifestazione organizzata dall’Associazione Vignalioli Altoatesini (FWS – Freie Weinbauern Sudtirol) giunta alla sedicesima edizione, in cui si è approfondita la conoscenza dei grandi vini di questa regione, e Tasting Lagrein, la quinta edizione della degustazione comparativa di questo vitigno autoctono.
AUTOCHTONA 2015, L’ITALIA CHE EMOZIONA!
Durante Autochtona (19/20 novembre) gli appassionati e operatori del settore (circa 1200 le presenze registrate) hanno potuto assaggiare oltre 480 etichette autoctone, le stesse da cui sono stati selezionati i 76 vini che la giuria della sesta edizione di “Autoctoni che Passione!” ha valutato per assegnare gli “Autochtona Awards”.
I sei premi sono andati in regioni diverse: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Sicilia e Sardegna.
Il premio Miglior Vino Rosso è andato al Raboso DOC Piave 2009 dell’azienda Ornella Molon Traverso, mentre è volato in Lombardia l’award nella categoria Miglior Vino Bianco, assegnato al Trebbiano di Lugana Brolo DOC 2014 di Cantina Marsadri. Migliori Bollicine invece è il Lambrusco Rosé di Modena Spumante DOC Brut 2011 di Cantina della Volta.
Al sud la Toscana ha primeggiato nella categoria Miglior Vino Dolce con il Vin Santo DOC Colli dell’Etruria Centrale 2011 di Fattoria San Michele a Torri. Infine le isole: I Custodi delle Vigne dell’Etna ha ottenuto il riconoscimento per il Miglior Vino Rosato con il suo Alnus Etna Rosato DOC 2012, mentre il Premio Speciale Terroir, assegnato tradizionalmente all’etichetta che meglio rappresenta l’espressione del vitigno legato al suo territorio di riferimento, è andato alla Sardegna, con ‘Entu, Vermentino di Sardegna DOC bio 2014 di Colline del Vento.
Davanti al vino, come in ogni cosa nella vita, ognuno può avere le proprie preferenze, emozioni, storie, ragion per cui di seguito i tre produttori, per tre regioni e per giovane età, han stuzzicato il mio palato.
Cantina Fosso degli Angeli e le sue DOC del Sannio! Azienda vitivinicola e olivicola giovanissima della provincia di Benevento, per la precisione di Calduni, guidata da Marenza Pengue e Pasquale Giordano.
La loro prima vinificazione nel 2011, i bianchi, tutti rigorosamente in purezza, Falanghina, Greco e Fiano, sono di gran struttura, non a caso la filosofia aziendale è quella di attendere almeno un paio di anni (e piu’!) prima di commercializzarli.
La mia preferenza è andata a Maior Falanghina 2013 e al Suavis Greco 2012, anche se il Safinim Sannio DOP Rosso Riserva è il “loro vino”, per l’assemblaggio di due vitigni, 50% Aglianico e 50% Sangiovese, che rispecchiano un po’ i caratteri dei due cognati nella vita che guidano l’azienda, l’esuberanza e la vulcanicità per Marenza, e la pacatezza e la sobria eleganza di Pasquale.
Questo vino trascorre due anni in barrique, ulteriori dodici mesi di affinamento in bottiglia, che lo rendono armonioso, equilibrato e a tratti sontuoso, con un tannino presente ma non invadente. Al naso eleganti sentori di frutta rossa, spezie ed una buona nota balsamica.
Ad Acquaviva delle Fonti (BA) incontriamo Pietregiovani, azienda vitivinicola con solo un lustro alle spalle.
Si rimane sorpresi, ovviamente positivamente, sia dall’aromaticità del Minutolo 2014, che qui cresce ad alberello, sia dal vino della notte Salentina, il Negroamaro Rosato 2014, ma soprattutto dal Primitivo 2012 che fermenta e affina in acciaio e solo una piccolissima quantità (5%) sosta in barrique.
Andando verso Mantova, a Poggio Rusco, si scopre Fondo Bozzole ed i suoi lambruschi, le sue artistiche etichette e le sue belle dediche. L’azienda coltiva uva dalla metà degli anni ’80, e le conferiva alla locale Cantina Sociale, poi con la vendemmia 2007 ha iniziato a produrre la sua prima etichetta, il Giano, con la chiara intenzione di ricercare il massimo della qualità ottenibile, da ogni punto di vista.
Il Giano 2014 è un Lambrusco Mantovano Dop, biologico, da uve Salamino, allevato a spalliera. È il loro vino più tradizionale per quella elegante “ruvidezza” propria del vitigno con cui è fatto. Dedicato a Giano Bifronte, protettore dei nuovi inizi e delle nuove imprese.
L’Incantabiss 2014, Lambrusco Mantovano Dop, sempre biologico, da uve Groppello Ruberti ,è allevato a guyot, unico lambrusco nel mantovano che utilizza quest’impianto, ha delle rese piuttosto basse, massimo 80 quintali per ettaro nelle annate migliori. È dedicato alla memoria di Arnoldo Mondadori, nato proprio a Poggio Rusco e Incantabiss (incantatore di serpenti, bisce) era il suo soprannome guadagnatosi grazie alla sua fluente parlantina e capacità di affabulazione. L’illustrazione dell’etichetta è di Alessandro Sanna.
Il Cocai 2014 è uno spumante rosato extradry da Lambrusco Marani in purezza, dedicato alla memoria di Teofilo Folengo, in arte Merlin Cocai, mantovano, dalla vita bizzarra e burrascosa, è stato il più alto esponente italiano della corrente letteraria del latino maccheronico, utilizzato beffardamente nei confronti dei potenti di allora. L’etichetta è disegnata dal giovane disegnatore di cartoni animati Marco Pegoraro.
VINEA TIROLENSIS, GENERAZIONI A CONFRONTO!
Mercoledì 21 il testimone è passato alla sedicesima edizione di Vinea Tirolensis, senza dubbio la vetrina più importante per gli “individualisti” del mondo vitivinicolo altoatesino.
Quest’anno la degustazione è stata dedicata completamente al tema delle generazioni, come afferma Michael Goëss-Enzenberg, presidente dell’associazione Vignaioli Alto Adige, “Molte delle nostre aziende vivono grazie alla collaborazione tra generazioni diverse. Ognuno ha i propri compiti: in vigna, in cantina, nella vendita e nella commercializzazione. In questo modo, curiamo la nostra eredità, la arricchiamo di nuove idee e la salvaguardiamo per le prossime generazioni”.
Quasi 1000 visitatori, un successo forse inaspettato, numeri mai visti fino ad ora da queste parti per una sola giornata di degustazione, che si sono alternati tra i banchi d’assaggio dei 73 produttori presenti con circa 350 vini in degustazione.
Si è potuto così apprezzare molto da vicino l’ottimo stato di salute enologico di questa terra, indipendentemente che fossero vini bianchi, rosati, rossi, giovani o un po’ “attempati”, fermi o con tante bollicine.
Partendo dallo spumeggiante e a tratti sorprendente Alto Adige Riserva Hausmannhof Brut 2005 di Haderburg, azienda di Salorno, in Bassa Atesina, che produce spumanti metodo classico da quasi quarant’anni, vinificando solo Chardonnay e Pinot nero di proprietà. Famiglia “devota” alla biodinamica, l’Hausmannhof è uno chardonnay in purezza, fermenta grazie a lieviti indigeni e affina in piccole botti di rovere per un anno, e successivi 9 anni sui lieviti. Un Brut molto intenso, sontuoso nei profumi, di pregevole eleganza, di ottima struttura e che dà una sensazione di pienezza, una spalla acida che dopo quasi 10 anni dalla vendemmia lo sorregge ancora bene e gli dà quel tocco di vivacità. Molto interessante anche il loro Pas Dosé 2011, 85 % Chardonnay e 15 % Pinot nero, una piccola parte (circa il 30%) fermenta e affina in botti di rovere.
Thomas Niedermayr con la sua Bioweingut omonima, già conosciuta come Hof Gandberg, è stato uno dei primi a puntare su alcune nuove varietà ibride resistenti alle crittogame (Piwi) eliminando così erbicidi e pesticidi dai suoi vigneti. Scelta molto coraggiosa e vincente da parte di Thomas, un giovane vigneron, che a soli 26 anni ha preso in mano l’azienda fondata dal padre Rudolf che lo si può considerare uno dei precursori del bio in Südtirol.
Con nomi un po’ particolari, come il Bronner, il Souvignier gris o il Solaris, questi vini rispettano in pieno il territorio dal quale provengono.
Oltre al già conosciuto T.N. 04 2014 Bronner, una vendemmia quasi tardiva, che fermenta in acciaio senza controllo della temperature e matura sulle proprie fecce per circa 8 mesi, dal delicato profumo di frutta matura, e dall’elegante sapidità in bocca, Thomas ha presentato un suo nuovo vino, il T.N. 06 2013 Abendrot. Un orangewine, che fermenta quattro settimane sulle bucce e affina venti mesi in rovere, un anno senza solfiti, e non subisce filtrazioni.
Il T.N. 06 Vino Bianco 2013 è un Souvignier gris, altamente resistente alle malattie fungine,fermenta in tonneau e negli stessi matura per dodici mesi. I successivi nove mesi li trascorre in acciaio, per concludere poi il suo viaggio con un dolce riposo di 6 mesi in bottiglia prima di arrivare sulle nostre tavole. Per goderci l’annata 2013, dovremo quindi attendere il Santo Natale.
Il T.N. 99 2014 Sonnrain, una cuvée, la cui varietà principale è il Solaris, impiantate nel 1999, e a completare la composizione Thomas utilizza due varietà aromatiche, il Muscaris e il “Fr. 50/64”. Si presenta di un colore giallo paglierino, brillante, al naso un profumo di rose e sentori di noce moscata e frutta esotica. Al palato spicca la sua freschezza, sapidità e persistenza. In anteprima la cuvée rossa T.N. 11 2013, blend di Cabernet Carbon e Cabernet Cortis, nati rispettivamente dall’incrocio di Bronner e Solaris con il Cabernet Sauvignon, un vino dalla buona struttura, elegante, molto intenso con note speziate, balsamiche e fruttate in evidenza. Al palato ancora un po’ ostico ma giustificato dal fatto che sarà commercializzato solo il prossimo anno.
Sull’altopiano soleggiato del Renon, in Valle Isarco, nascono i vini prodotti dalla neonata (2013) Tenuta Ebner. Tra i bianchi spicca il Grüner Vertliner 2014, una vera rarità in Alto Adige e che cresce solo in questa valle. Da una vigna di 35 anni e dalla sua particolare composizione terrena che gli donano una spiccata mineralità e sapidità ed una nota speziata e vegetale, e che ritroviamo in un sorso molto fresco e succoso. Il Weissbunrgunder 2014, invece, affina per circa 7 mesi sulle proprie fecce fini, al naso è evidente la nota del lievito ma soprattutto emerge un sentore di camomilla e miele, al palato risulta molto persistente con una piacevole nota dolce data da un residuo zuccherino di 4,8 g/l.
Il loro Sauvignon 2014 è un vino molto morbido, dove prevalgono le note floreali e fruttate, come nella migliore tradizione dei Sauvignon altoatesini, rispetto alla classica foglia di pomodoro. Una promettente prova di botte, per ora senza filtrazioni, per il Blauburgunder 2014 che uscirà sul mercato solo nel 2016. Ovviamente, ad oggi, il timbro del legno (tonneau di primo passaggio) è ancora molto marcato, ma l’idea di Florian Unterthiner è quello di assemblarlo prima dell’imbottigliamento con altro Pinot Nero, affinato sempre in botti, ma di secondo o terzo passaggio.
TASTING LAGREIN, UN DUELLO SENZA SCONFITTE!
In contemporanea con Vinea Tirolensis, si è svolta la degustazione comparativa – organizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige – del premio dedicato al Lagrein. Anche per questa 5^ edizione, una giuria composta da wine journalist italiani e internazionali, ha decretato il “Miglior Lagrein” e “Miglior Lagrein Riserva” tra una selezione di 60 etichette in degustazione, tutte rigorosamente provenienti dalle cantine del Consorzio.
Con un punteggio perfettamente coincidente, la categoria “Miglior Lagrein” assegna il “Lagrein Award” a ben due etichette: il Lagrein DOC 2014 di Ansitz Waldgries, azienda condotta dal vignaiolo Christian Plattner, e il Lagrein DOC Spigel 2013 di Kellerei Kaltern-Caldaro, storica cantina produttori con oltre 400 associati. Nella categoria “Miglior Lagrein Riserva” a trionfare è invece il Lagrein Riserva Grieser DOC Prestige Line 2013 di Kellerei Bozen-Bolzano, cantina che ha riunito le esperienze secolari di Gries e Santa Maddalena.
L’appuntamento con la prossima edizione di Autochtona è a Fiera Bolzano il 24 e 25 ottobre 2016. Un’occasione da non perdere per conoscere, promuovere e valorizzare le produzioni autoctone italiane. Ovviamente a seguire si spera ci sarà di nuovo Vinea Tirolensis e Tasting Lagrein
[Photo Credit: Antonio Cimmino; Fiera Bolzano Spa]Autochtona, Autochtona Award, Fiera Bolzano, Lagrein, Vinea Tirolensis