Tante “BottiglieAperte” di qualità!

Articolo pubblicato a ottobre 2015 su LorenzoVinci.ilgiornale.it (https://bit.ly/2Va4vtL)

Lunedì 14 settembre, al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, con una straordinaria verticale del Fiorduva Costa d’Amalfi DOC Furore Bianco di Marisa Cuomo guidata da un Luca Gardini in splendida forma, si è conclusa la quarta edizione di “Bottiglie Aperte”.

L’ispiratore e ideatore delle prime tre edizioni, nonché Presidente di Milano Food Week, Federico Gordini e la sua Blend srl, quest’anno, per raggiungere obiettivi più ambiziosi, ha stretto un sodalizio con Aliante Business Solution, che ha creduto subito in questo progetto affiancandolo così nell’organizzazione e che, insieme alla  punta di diamante, Luca Gardini, hanno garantito il successo.

Una tre giorni che ha confermato questa manifestazione come il più grande festival vinicolo che la città meneghina ospita e che ha posto le basi a quella che si può definire l’ “edizione zero”, puntando così a diventare un evento di cartello ma soprattutto di riferimento a livello nazionale.

I motivi sono tanti, la vera novità di quest’edizione è stata la nuova modalità di comunicare e raccontare il vino al consumatore, fornendo dei contenuti accessibili, professionalmente corretti, ma in uno stile più smart, o semplicemente “più casual”!

A Luca piace sempre ricordare che “Ognuno di noi ha un proprio palato, dei personalissimi gusti che vanno sempre rispettati ed un grande comunicatore deve mettere il suo sapere al servizio degli appassionati ma senza fargli  sentire il peso o l’imbarazzo che tutto questo lo si fa per professione!”

Il servizio fornito da FISAR Milano – Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori, partner tecnico della manifestazione è stato eccellente. Duro lavoro, grande impegno per supportare gli oltre 100 produttori presenti con circa 400 etichette in degustazione, e soprattutto, compito più arduo, affiancare il vulcanico Luca durante le otto Master Class di altissimo livello susseguitesi. Era da tanto che non si vedevano a Milano tutte assieme in unico evento. Momenti durante i quali Luca ci ha messo l’anima e il cuore come se fosse per lui la prima volta.

Le Master Class han cercato di “abbracciare” un po’ tutta (o quasi!) l’Italia del vino.

 La Toscana era rappresentata con Collemassari e il suo Grattamacco Bolgheri Superiore Doc, Tenuta Sette Ponti con Oreno Toscana IGT e soprattutto i “Brunelli di Montalcino” Etichetta Bianca Cerretalto e Tenuta Nuova (100/100 Parker per annata 2010) di Casanova di Neri.

Il Nord-Est protagonista con Livio Felluga Abbazia di Rosazzo COF Docg e con il Valpolicella Superiore Doc Monte Lodoletta di Romano dal Forno.

Non poteva mancare il “Re dei Vini”, quel Barolo Monprivato di Giuseppe Mascarello.

Personalmente son rimasto estasiato da due Verticali, la prima è quella dedicata a Giulio Ferrari con la sua Riserva del Fondatore, Ferrari che quest’anno durante la seconda edizione di “Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC)”, la competizione ideata dal famoso giornalista e scrittore Tom Stevenson, nata con l’obiettivo di creare un annuario mondiale dei migliori Champagnes e vini spumanti, ha fatto incetta di premi, aggiudicandosi anche il Sparkling Wine Producer of the Year 2015.

Sei grandi annate a confronto dal 1991 al 2004, tutte con un fil rouge comune, freschezza e facilità di beva, un vino che ci parla per raccontarci il suo unico vitigno, la sua unica vigna e la sua unica annata!

L’emozione più grande l’ho vissuta partecipando all’ultima Master Class in programma, quella dedicata a Cantine Marisa Cuomo, durante la quale Andrea Ferraioli ci ha raccontato quello splendido territorio da “agricoltura eroica” che rappresenta la costiera Amalfitana. Ebbene sì, perché nel lontano 1982 solo un “non enologo” poteva pensare di fare del vino in quel “territorio disgraziato” così amorevolmente definito da Andrea.

Una terra di confine tra il cielo e il mare che, grazie alle ceneri vulcaniche del Vesuvio, ridà ai tre vitigni del Fiorduva (Ginestra, Ripoli e Fenile) quel salmastro, quello iodio, quella spiccata mineralità, caratteristiche principali di questo vino, ma soprattutto ci dà l’emozione di un vino legato a 360 gradi al suo territorio e ai suoi produttori.

Forse non è il vino più buono del mondo ma sicuramente è un vino unico perché fonde, come già fatto nella vita, la “sapienza” di Marisa e la “nobile furbizia” di Andrea.

Quest’anno sono stati istituiti due nuovi premi, il Wine List Award, dedicato alle carte dei vini delle diverse categorie del canale Ho.Re.Ca., e il Wine Style Award assegnato alle aziende che si sono contraddistinte per la comunicazione della propria immagine. La premiazione è avvenuta domenica 13 presso Excelsior Hotel Gallia durante la cena di gala preparata dal tre stelle Michelin Enrico Cerea.

I vincitori del Wine List Award sono: La Ciau del Tornavento – Treiso Cuneo (categoria Ristoranti Stellati); La Pergola – Roma (Grandi ristoranti di albergo); Locanda Mariella – Calestano Parma (Trattorie tradizionali); Langosteria – Milano (Ristoranti a tema); Wicky’s – Milano (Etnici); Enoteca dei 100 barolo – Cologno Monzese (Enotavole)

Mentre il Wine Style Award è andato a: Planeta per la miglior comunicazione social, a Elvio Cogno per il miglior sito web, e Vietti per il miglior packaging.

Tra le 400 etichette ecco alcune conferme ed alcune liete sorprese.

Dal Piemonte Deltetto e il suo Metodo Classico ExtraBrut 2009, pinot nero e chardonnay, quasi 5 anni sui lieviti.

Per qualità, eccellenza e rispetto del territorio, potrebbe essere accomunato ad un Alta Langa Docg, ma per pochi chilometri non ci rientra, come quello di Cocchi, il Pas Dosé Alta Langa DOCG 2008, pinot nero in purezza, ben 72 mesi sui lieviti.

Di Deltetto da segnalare anche il suo Roero Riserva Docg 2011 Braja, 32 mesi di affinamento i legno, frutta rossa matura, una speziatura dolce, corposo ed un tannino elegantissimo.

Dal Piemonte alla Franciacorta con il Franciacorta Rosé Pas Dosé “Parosé” 2009, (70 % pinot nero e 30 % chardonnay) de Il Mosnel, uno dei miei produttori preferiti anche fuori dai confini franciacortini.

Emilia, terra di lambrusco, che in questo periodo si sta riscoprendo e apprezzando, anche grazie a Cantina della Volta e ai suoi Lambrusco Rosé di Modena Doc 2010 Metodo Classico o al Lambrusco di Sorbara “Rimosso”, praticamente un lambrusco col fondo!

Una chicca degli ultimi anni: l’azienda ha posto molto attenzione alla qualità dei tappi da utilizzare, così è nata l’idea del tappo “sniffato”, selezionato in azienda da dieci donne che grazie alle loro qualità sensoriali individuano i migliori tappi da usare.

Grande fermento nelle Marche, dove si punta a preservare tradizione puntando sull’innovazione come fa la Casa Vinicola Garofoli, azienda ultracentenaria, con il suo Podium Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2013, o il Roggio del Filare Rosso Piceno Superiore 2010 di Velenosi, azienda nata 30 anni fa grazie a due giovani produttori che fecero proprio di tradizione e attrezzature all’avanguardia i loro cavalli di battaglia, insediandosi nel cuore della città picena per antonomasia.

Non sarà un caso che esiste un proverbio di cui tutti gli abitanti ne vanno fieri e che dice “Quando a Roma c’erano i pascoli, ad Ascoli c’era già Ascoli”.

Dalle colline marchigiane al mare toscano, e per la precisione a Riparbella (PI), dove Castiglion del Bosco, azienda di Montalcino, possiede alcuni ettari a circa 450 metri sul livello del mare, per produrre il Prima Pietra IG 2011, taglio bordolese (50% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 10% cabernet Franc e 10% Petit Verdot), un vino “che si fa bere”, dove la terra e la mineralità dell’Altra Toscana sono ben rappresentate così come nel Lupicaia Toscana Igt 2009 di Castello del Terriccio.

Direzione sud per arrivare a Guagnano, nel Salento, per degustare il Fanòi 2010, il Primitivo di Cantele, qualcosa di sublime, un vino suadente, che avvolge e accarezza con le sue morbidezze, ma al tempo stesso voluttuoso e di gran struttura tannica indossata con stile, eleganza e non irruenza! Estasiato!

Per concludere, dopo un’abbuffata di vino, una sosta riparatrice nell’area gestita da Ivan Albertelli e dai suoi amici di avventura, che han cercato di riprodurre la prima e unica sala di Salumoterapia al mondo con lo scopo di trasmettere la loro grande passione per i salumi senza mai dimenticare che la tavola è il luogo privilegiato per la convivialità, l’amicizia, e il piacere di stare insieme. Un percorso sensoriale tra salumi, altri prodotti selezionati e vino in grado di appagare tutti i sensi! Ma per vedere l’originale dovete andare a Fontanelle di Roccabianca (Parma) ovviamente presso Hostaria da Ivan.

Le premesse ci sono tutte per creare un’altra edizione di successo di Bottiglie Aperte anche se probabilmente non dobbiamo aspettare un altro anno per rivivere certe emozioni perché saranno molte le occasioni e gli eventi a cui questi ragazzi stan già pensando per restare insieme agli appassionati di vino milanesi … quindi stay tune su questo canale!

[Photo Credit: Antonio Cimmino; BottiglieAperte]
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