Frammenti di Collisioni 2014
Si è conclusa lunedì scorso la sesta edizione di COLLISIONI 2014 – HARVEST, festival agri-rock di letteratura, musica, cibo e naturalmente (soprattutto per me!) vino.
Tenutosi dal 18 al 21 luglio 2014, l’evento ha scelto ancora Barolo come scenario, piccola e deliziosa cittadina, mecca del vino italiano e parte integrante di un paesaggio del Patrimonio dell’Umanità, titolo degnamente conferito dall’Unesco proprio poche settimane fa.
I suoi vicoli abitati da sole 800 anime, in questi giorni sono stati calpestati da più di 100.00 persone provenienti da tutta Italia e dall’estero, per assistere a concerti di musicisti sia del calibro di Neil Young, Deep Purple, Elisa e Caparezza che meno famosi ma non privi della stessa grinta e voglia di farsi sentire.
Un azzeccato “Progetto Giovani”, infatti, ha dato la possibilità a tanti artisti emergenti di esibirsi davanti ad un gran pubblico di appassionati e di semplici curiosi.
E i giovani sono stati i protagonisti di interviste e partecipazioni a dibattiti ironici quanto di spessore con i premi Nobel Dario Fo e Herta Müller, di confronti socialpolitici con Fausto Bertinotti, Gianni Riotta, Federico Rampini, Michele Serra, Marco Travaglio. Momenti di profondità e simpatia, di sogno e di ironia con il grande regista Ozptek e tanti tanti altri hanno riempito le tre piazze rosa, blu e gialla dove si è respirata l’arte in tutte le sue più nobili espressioni.
Collisioni, un grande palcoscenico in cui ognuno decideva che ruolo interpretare, che trama seguire, che finale ricordare, che attori far esibire.
Il mio spettacolo? Chiaramente le degustazioni Wine&Food, magistralmente organizzate, per il secondo anno consecutivo, da Ian D’Agata, critico, giornalista, professore, scrittore forse così tanto altro da poterlo considerare uno dei nostri maggiori esperti nel campo. Sull’onda del successo della passata edizione, anche quest’anno Ian ha puntato sull’internazionalizzazione dell’intera sezione enogastronomica del festival.
Infatti giornalisti e guru del vino come Steven Spurrier, Stephen Brook, Ronald de Groot, Toshio Matsura, Young Shi, Brian St. Pierre, Charles Curtis, Cathy Huyghe, Bijan Jabbari, Abi Duhr ed il nostro Luca Gardini, hanno partecipato e tenuto in prima persona i 31 incontri di degustazioni in calendario.
Da quelli celebrativi come “Quarant’anni di Fallegro” e il “25esimo anniversario della DOC Arneis”, o dedicati come l’affasciante viaggio tra i vini naturali, agli speciali su Barbera, sul Metodo Classico dell’Oltrepo Pavese, sui grandi vini bianchi del Friuli, sui padroni di casa Barolo e Barbaresco, Nebbiolo e Roero fino ad interessanti accostamenti quale il magico incontro tra Moscato e nocciola di Cravanzana.
Un festival localmente internazionale, potremmo definirlo, uno tra i pochi nel suo genere, insieme a “OperaWine, Finest Italian Wines: 100 Great Producers”, l’evento esclusivo di Wine Spectator che offre agli operatori specializzati di tutto il mondo la possibilità di conoscere i 100 produttori italiani scelti dalla prestigiosa pubblicazione americana, degustandone i migliori vini, dove si respira l’internazionalità di questo mondo
Giorni intensi, per contenuti e organizzazione che nonostante le critiche hanno reso comunque un successo ogni iniziativa all’interno della manifestazione grazie soprattutto al lavoro dei volontari che, come ha anche sottolineato il direttore artistico del festival Filippo Taricco, con la loro disponibilità ed entusiasmo hanno reso grande un altro anno.
In pochi anni questa città ha visto moltiplicare eventi e partecipanti di Collisioni tanto da avere ora delle difficoltà oggettive e urlare spazi più ampi, soprattutto per la sicurezza di chi vuole godersi ogni attimo di queste giornate.
Un festival senza colore politico quello che ho personalmente vissuto, almeno all’interno del mondo del vino, con i primi cittadini della Regione Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pavia che sostenevano in prima persona i produttori come non accadeva da tempo. Un segno di speranza, un augurio direi affinché si possa far di più per uno dei settori trainanti dell’economia italiana.
C’è necessità di promuovere seriamente in giro per il mondo il Vino e il Marchio Italiano, come sottolineato anche da Spurrier , ma soprattutto tanta comunicazione. Analizzando le stime ISMEA del primo trimestre 2014 sullo scambio internazionale di Vino, il saldo della nostra bilancia commerciale tra import e export si attesta a più di un miliardo di euro ma siamo ancora un po’ lontano dai nostri cugini francesi che superano 1.5 miliardi di euro.
Pronto per una nuova “collisione” mi sa che c’è da scoprire solo in che galassia visto che Barolo non contiene più i suoi frammenti!
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