Cronistoria della 38^ fiera Nazionale Vinum 2014
Tra fine aprile e inizio maggio si è tenuta nelle langhe albesi, “Vinum”, la 38° edizione della Fiera Nazionale dei vini di Langhe e Roero organizzata grazie alla collaborazione del Comune di Alba, dell’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba, della Giostra delle Cento Torri e con la presenza attiva dei vari consorzi, tra cui quello del Barolo e del Barbaresco (entrambi partner dell’organizzazione) e quelli dell’Alta Langa Metodo Classico e Asti Spumante.
Il successo della manifestazione lo fanno i numeri: circa 6.000 enoturisti del Piemonte e Lombardia con gruppi importanti di americani, tedeschi, nordeuropei, bulgari, giapponesi. Due lunghi week end (25, 26, 27 aprile e 1, 2, 3, 4 maggio) che hanno permesso di degustare i grandi rossi di Langhe e Roero presso il Palazzo Mostre e Congressi, i bianchi del territorio in Piazza Garibaldi e l’Asti Spumante DOCG e il Moscato d’Asti DOCG in Piazza Savona, accompagnati anche dalla clemenza del tempo, ben 5 giorni di sole su 7, che ha dato alla manifestazione i meravigliosi colori di cui si è dipinta.
Oltre 120 produttori e circa 400 etichette in vetrina tra vini rossi, bianchi, dolci e bollicine, con 60.000 assaggi e 4.500 bottiglie aperte. Potrebbero sembrare tante, ma questa media di 10 degustazioni ad “avventore” non è altissima per questa tipologia di evento. Una spiegazione che mi son dato, sempre molto personale, è un Carnet Degustazioni di 15 Euro che dava diritto solo a 10 Ticket suddivisi tra 7 rossi, 2 bianchi, ed 1 per l’Asti Spumante o Moscato d’Asti DOCG, con annullamento di 2 tickets alla degustazione del Barolo e Barbaresco. E’ chiaro, almeno per me, il limite di tale formula. Conto questa sia una considerazione che venga presa come spunto dall’organizzazione per migliorare ancora di più tale evento. Il Vinum per gli appassionati del settore (e non) è un importante “palco” per i grandi vini di Langhe e di Roero, in più soprattutto perché degustati nella città, quella di Alba, che forse meglio rappresenta le langhe da un punto di vista turistico, produttivo e culturale. Quale occasione migliore per diffondere i prodotti delle Langhe che tutto il mondo ci invidia?
Un centinaio i partecipanti ai workshop di approfondimento sulle Menzioni Geografiche Aggiuntive del Barolo e del Barbaresco guidate dai giornalisti Giancarlo Montaldo e Alessandro Masnaghetti e circa 280 partecipanti ai microseminari sull’Asti DOCG di Lorenzo Tablino.
“Vinum” non è “solo vino”, ma molto altro. Vinum è sette giorni di una città in festa, con le “Scorribande di Burattinarte” e le sue parate, con il colorito teatro da strada, le simpatiche animazioni itineranti e tanta bella e buona musica.
Poi si sa, non c’è vino senza cibo, ed ecco lo “Streetfood ed Langa” conspecialità enogastronomiche piemontesi in edizione da asporto comefrittelle, focacce, bruschette, frittate, salumi, formaggi e ogni squisitezza. Abili macellai e panettieri han permessodi partecipare al Festival della carne e del Pan ed Langa in piazza Risorgimento, e gustare la squisitissima carne cruda piemontese, le tagliate, salsicce, agnolotti, focaccia, pane, pizza e torte alla frutta, tutte rigorosamente abbinate al Dolcetto d’Alba DOC dei produttori del Comune di Alba.
“Vinum” è anche Cultura, con oltre 4.500 persone transitate presso l’Ufficio turistico di Alba per orientarsi tra il Centro Studi intitolato a Beppe Fenoglio, Alba sotterranea e la mostra Il “Vino nell’antico Egitto. Il passato nel bicchiere” con i suoi 500 visitatori.
L’appunto alla manifestazione fatto è figlio del rammarico vissuto di non aver potuto degustare quanto avrei voluto J! Per cui, ecco la mia lista, esigua si, ma di una qualità ineccepibile grazie alla cura e all’importanza dei produttori che da anni sostengono questa manifestazione.
Per i Vini Bianchi ho assaggiato il Langhe Doc Nascetta 2012 de La Trubuleira, e il Langhe Doc Chardonnay Bel Amì 2011 di Boroli. L’abbinamento di quest’ultimo ad una tartare di carne battuta al coltello, dettato più dalla logistica delle isole del cibo e vino che dal buon senso, è stato un po’ azzardato ma non ha certo deluso grazie ad un buon invecchiamento e ad una grande struttura, alla maturazione in botte per almeno 6 mesi, con ulteriore affinamento in bottiglia per altri 6 mesi e la coltivazione a Castiglione Falletto, il cuore della zona del barolo.
Barattando un ticket dei vini rossi per un moscato, ho potuto degustare sia il Moscato d’Asti DOCG de La Torre Castel Rocchero che l’Asti Spumante DOCG Tre Secoli.
Tra i Rossi, cercando di puntare i vitigni che meglio rappresentano il terroir di Langhe, ho iniziato da un Dolcetto d’Alba DOC Le Querce 2013 di Azienda Agricola Molino, seguito da un Barbera d’Alba DOC Barilin 2009 di Casa Vinicola Casetta, passando per il vitigno peperino per antonomasia Verduno Pelaverga doc 2012 di Cantina San Biagio, per arrivare ad unLanghe DOC Nebbiolo 2010 Luigi Oddero e per concludere in bellezza con la mia denominazione piemontese preferita, il Barbaresco DOCG, con un Bric Balin 2011 di Moccagatta.
Nonostante quel pizzico di rammarico, la soddisfazione è stata comunque grande grazie all’ausilio del “il guidatore designato”, che mi ha permesso di bere bene ma in maniera consapevole e RESPONSABILE!!!
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