A “Pascolo” per il Collio
Gironzolando per il Collio alla volta della soddisfazione del mio palato, mi suggeriscono di arrivare fin su a Ruttars, una dolce collina che sovrasta vigneti e campi a perdi vista, per assaggiare i frutti di un giovane produttore. Il panorama merita la gita, ogni curva mostra una prospettiva sul territorio minuziosamente curato da chi li possiede. Al confine dell’Italia senti l’orgoglio di appartenere a quell’incantevole terra.
L’incontro con Alessandro Pascolo conferma la mia fiducia verso chi mi ha suggerito i suoi vigneti come viaggio per occhi, palato e direi anche orecchie!
Sentirlo raccontare di sé, della sua scelta di lasciare la città per la campagna, di come produce i suoi ‘bambini’, questi interessanti vini di casa Pascolo, di come gestisce la sua attività insieme ai suoi genitori ma soprattutto vedere nei suoi occhi la luce che parla di amore e di passione per quello che fa, di forza e grinta per quello che vuole ottenere, di umiltà e disponibilità verso chi, come me, gli chiede di parlarne, è un’esperienza decisamente interessante.
Non voglio peccare troppo in romanticismo ma questo ragazzone mi ha veramente colpito, ancora prima del canonico giro nella sua personalissima cantina.
Accolto nella sua “casa bottega” datata anni 70, quando il suo lungimirante nonno Angelo lascia l’arredamento per dedicarsi alla terra, sento subito empatia riscaldata ed esaltata dal suo “Collio Merlot Selezione” nelle sue due varianti 2009 e 2010. Il clima è giusto per un tour nel suo mondo, mentre fuori il sole si ritira con frecciate purpuree sui campi coltivati.
Le sue parole, le sue descrizioni, le sue risposte evocano tradizione del rispetto della pianta, della natura, degli equilibri ma anche e soprattutto innovazione puntando a metodi nuovi e tecnologici che ne migliorano e rafforzano il risultato.
Se questo connubio è voluto da chi ci sta credendo veramente e ci sta mettendo tutto se stesso, il risultato è lo splendido viaggio che ho vissuto, e che mi sono portato anche un po’ a casa.
Ribolla Gialla (ottima la versione spumantizzata), Pinot Bianco, Malvasia, Merlot, oltre ad essere noti a tanti ristoranti della zona che hanno Alessandro come prezioso fornitore sono già stati recensiti dalle migliori guide del settore. Con orgoglio racconto anche della piccola anteprima: un Riesling che dal 2007 sta maturando in cantina. Un esperimento o meglio una scommessa che credo possa tranquillamente vincere! Chissà se già da quest’anno avremo l’occasione di degustarlo dopo ben 7 anni di affinamento o dovrem aspettare l’anno prossimo.
Bilancia antica, botti in acciaio, filiere di vini ordinati e accatastati con premura e precisione su scaffali in legno massiccio, foto di famiglia in bianco e nero, tecnologie moderne, fanno di questo luogo il risultato affascinante del duro lavoro del nonno Angelo, della rigorosità del padre Giuseppe e del tocco futurista di Alessandro e del suo percorso inverso rispetto a tanti suoi coetanei.
Lo lascio quando ormai il sole è dietro la collina. I suoi genitori, dopo aver riposto i mezzi dell’attività della giornata, si uniscono a noi. E mi commiato così, con loro nelle loro vigne accomunati non solo dallo stesso sangue ma da qualcosa che hanno trasmesso a questo ragazzo e che sta trovando terreno fertile per un’opera che non finirà con loro.
Per smentire il mio timore di essermi lasciato imbonire dal sogno di Alessandro, perdendo di vista l’oggettiva qualità del prodotto, ho testato i suoi ‘bambini’ a casa, durante una cena. Se sto scrivendo questo articolo è anche per i miei ospiti, che mi hanno ordinato un po’ di bottiglie al mio ritorno per “pascolo” nel Collio!
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